Italia
Ciampi chiede più pluralismo nell’informazione
“Una legge di sistema, intesa regolare l’intera materia delle comunicazioni, delle radiodiffusioni, dell’editoria di giornali e periodici e dei rapporti tra questi mezzi”: è una delle proposte avanzate dal presidente della Repubblica, secondo il quale nell'”atteso testo normativo dovrà trovare coerente sistemazione la disciplina della tutela dei minori”.
Il rapporto tra pubblico e privato in materia di informazione (con un “ruolo centrale” assegnato al servizio pubblico radiotelevisivo ed il divieto di “posizioni dominanti” nel settore privato); la necessità di “una politica comune europea in materia di informazione”; il primato del ruolo “di indirizzo” dello Stato, rispetto a quello delle Regioni: questi altri temi toccati nel messaggio, in cui Ciampi ribadisce il valore del “pluralismo culturale” come “ricchezza inestimabile del nostro Paese” e “sorgente di libera formazione della pubblica opinione”. Su questo punto interviene Giuseppe Savognone, intellettuale cattolico esperto in comunicazione.
“Serenità e pacatezza”. Secondo Barbiellini Amidei, la “novità” del messaggio del presidente della Repubblica consiste essenzialmente nella “forza dello strumento usato” (il messaggio unificato ai due rami del Parlamento) e nei “toni” scelti, all’insegna “della serenità e della pacatezza”, che “contrastano con il clima inevelenito di questi ultimi tempi, caratterizzati da un’eccessiva personalizzazione del dibattito sull’informazione”. In un “sistema informativo sempre più invasivo dal punto di vista tecnologico”, sostiene il sociologo sintetizzando le posizioni di Ciampi, “è ancora attuale la lezione della Costituzione, sia nel rispetto di tutti i diritti di pensiero e di espressione, sia nella sua radice personalistica a tutela di un sistema in cui non ci siano diseguaglianze”.
Dalle parole ai fatti. Il problema, semmai, è “l’attuazione di principi pacifici, condivisibili ed essenziali per la convivenza civile” come quelli ricordati da Ciampi, il cui “merito” secondo Barbiellini Amidei è di “sollecitare a fare politica attraverso i principi, un po’ come faceva Einaudi con le sue ‘prediche utili'”. Se il Parlamento “riuscirà a ‘spersonalizzare’ il dibattito sull’informazione, cessando di farne quasi solo uno spunto ‘contro’ la situazione attuale o, sul versante opposto, a favore della conservazione dell’esistente” è la tesi del sociologo sarà possibile “recuperare lo spirito dei padri Costituenti, senza però un ritorno al consociativismo o al compromesso, ma nel rispetto dell’unità del Paese e del ruolo specifico del governo e dell’opposizione in un sistema democratico”. No, quindi. a “leggi-fotografia” sull’informazione, sì a “leggi in grado di dare ragione della complessità del ‘sistema-Italia'” come auspica anche il presidente Ciampi nel suo messaggio -, partendo dalla constatazione che “oggi un uomo privato del diritto ad informare e ad essere ‘correttamente’ informato è una sorta di ‘cittadino dimezzato'”.