«Le nostre missioni sono al riparo, perché sono nell’interno» ci ha spiegato madre Paola Collotto, delle suore Domenicane di Iolo che seguono la missione diocesana nella regione indiana del Kerala, a Cochin. «Le maggiori preoccupazioni sono per le famiglie dei bambini adottati a distanza – ha proseguito – e per quelle di alcune suore. La gran parte di loro, infatti, vive grazie alla pesca ed abita sulla costa, dove è arrivato lo tsunami».Nelle zone in cui operano le suore domenicane, per ora, non sono state registrate vittime, si è invece saputo della morte di alcune donne che erano sulla spiaggia per mettere a seccare i pesci che vengono usati come fertilizzante. In questi giorni, comunque, alcune suore stanno visitando le varie località per conoscere la situazione e valutare i danni. Da un primo esame è risultato che un centinaio di persone, che vivevano lungo la costa, hanno perso i loro strumenti di lavoro: sono andate distrutte sia le barche che le reti. Perciò sarà innanzitutto necessario ridare loro questi mezzi indispensabili per la sopravvivenza, essendo tutte famiglie di pescatori. Un secondo intervento dovrà invece riguardare le case, infatti in diverse località sono andate distrutte anche le modeste abitazioni più vicine alla costa. «Da parte del governo indiano – ha aggiunto Madre Paola – c’è stata una immediata disponibilità che, almeno per adesso, garantisce alla popolazione colpita dal maremoto sia il cibo che l’acqua». A metà gennaio madre Domenica andrà in India per portare i primi aiuti e valutare di persona la situazione. Le suore di laggiù hanno comunque già dato la propria disponibilità ad accogliere i bambini delle famiglie sfollate, per assicurare loro assistenza e garantire la possibilità di andare a scuola.«La gente è ancora terrorizzata, – conclude Madre Paola – e lo stato di allerta permane, perché si continuano a registrare scosse di terremoto che, pur essendo più lievi, procurano comunque un forte stato di ansia».M.C.C.