Vita Chiesa

Chiese toscane contro l’abuso sui minori: la comunità protegga i piccoli e gli indifesi

Il grave problema degli abusi sui minori e le persone vulnerabili vede un più forte e rinnovato impegno della Chiesa Cattolica in Italia, una sempre più attenta ricerca di confronto con questa triste realtà per leggerne coraggiosamente le cause e interrogarsi su quanto è stato fatto fino ad oggi per affrontare e combattere questa terribile piaga e progettare il da farsi per il futuro.

La costituzione di un Servizio Ecclesiale per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili a livello nazionale e regionale vuole essere presenza efficace e tangibile per prevenire ogni tipo di abuso e affiancare e sostenere quanti ne sono stati vittime.

Crediamo che questo servizio debba, prima di tutto, operare in ordine alla responsabilizzazione dei singoli e al tempo stesso di tutta la comunità.

Papa Francesco nella Lettera al Popolo di Dio, del 20 agosto 2018 ribadisce più volte come il crimine degli abusi verso i minori e le persone vulnerabili «genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell’intera comunità, siano credenti o non credenti». Sappiamo bene, infatti, come scrive l’apostolo Paolo che «se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26).

Ecco perché il Papa fa un’efficace sintesi sull’impegno di ogni battezzato riguardo a questa piaga delineando, in poche battute, un sorta di vademecum. Scrive al riguardo: «L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro. Tutto ciò che si fa per sradicare la cultura dell’abuso dalle nostre comunità senza una partecipazione attiva di tutti i membri della Chiesa non riuscirà a generare le dinamiche necessarie per una sana ed effettiva trasformazione».

Qual è, allora, il compito del Servizio Regionale per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili?

Crediamo, raccogliendo quanto proposto dalle linee guida della CEI, di poterlo sintetizzare in questi punti: responsabilizzare la comunità perché si faccia carico della protezione delle persone minori e vulnerabili, e questo può realizzarsi operando un cambiamento culturale che metta al centro i più piccoli e indifesi; procedere a un discernimento attento di coloro che operano in modo diverso nella pastorale come animatori, educatori, catechisti e tutti coloro che sono impegnati in attività di culto, carità, animazione e ricreazione; promuovere la collaborazione con la società e le autorità civili nel rispetto della reciproca autonomia così da convergere nella comune ricerca del bene dei più piccoli e vulnerabili. A tal fine, il Servizio Regionale offrirà competenze psicologiche, pedagogiche, pastorali, canonistiche e legali preparando percorsi di informazione e formazione per gli operatori pastorali, fornendo, al tempo stesso indicazioni in merito all’accoglienza di segnalazioni, al trattamento di notizie di eventuali abusi e soprattutto per un approccio corretto alla vittima offrendo alcune indicazioni al riguardo.

Infine, spetterà agli specialisti in diritto canonico e diritto civile/penale accompagnare il lavoro del Servizio garantendo il rispetto rigoroso della normativa vigente, canonica e civile, secondo criteri di legalità e trasparenza. Che questa grave piaga non ci lasci indifferenti, ma, come ci esorta papa Francesco, «ci scuota e ci porti a impegnarci nella verità e nella carità con tutti gli uomini di buona volontà e con la società in generale per lottare contro qualsiasi tipo di abuso sessuale, di potere e di coscienza».

*vescovo di Massa Marittima-Piombino e delegato Cet Servizio Regionale per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili