Toscana
Chiese storiche, una «carta» per arginare il degrado
È una delle novità che nei prossimi mesi rivoluzioneranno l’accoglienza offerta dalle principali basiliche fiorentine, che ogni anno vengono visitate da migliaia di persone. Per rispondere a questo «assalto» quotidiano, e per mettere i visitatori in condizione di apprezzare il vero valore (religioso, oltre che artistico) dell’arte sacra, la Diocesi di Firenze ha promosso la creazione di un «coordinamento delle chiese storiche fiorentine» che riunisce, oltre alla cattedrale di Santa Maria del Fiore, le basiliche di San Lorenzo, Santa Croce, Santa Maria Novella, in attesa di coinvolgere cammin facendo anche altre chiese (Santissima Annunziata, Santo Spirito, San Marco…).
Per annunciare la notizia il cardinale Ennio Antonelli ha scelto l’occasione più solenne, la Messa nella festa del patrono, San Giovanni Battista. «Vogliamo aiutare i visitatori ha affermato l’arcivescovo di Firenze a vivere la sacralità delle chiese e delle opere d’arte in esse custodite: è impossibile percepire adeguatamente la loro bellezza se non si tiene conto dell’ambiente civile e religioso in cui nacquero, delle finalità liturgiche, devozionali, educative, alle quali erano destinati, del linguaggio di cui si servono, del messaggio teologico che intendono comunicare».
I contenuti dell’iniziativa sono stati illustrati in maniera più dettagliata il giorno dopo, in una conferenza stampa. Tra le iniziative in programma, spiega il direttore dell’ufficio diocesano per la catechesi attraverso l’arte, mons. Timothy Verdon, «ci sono anche la creazione di un centralino telefonico unico e di un sito internet per informazioni e prenotazioni. In progetto anche la creazione di uno o più centri di accoglienza con sale per conferenze, proiezione video e distribuzione di materiale informativo, per permettere ai visitatori di prepararsi nel migliore modo possibile. E ancora, corsi di formazione e qualificazione per il personale di accoglienza, che dovrà andare oltre i semplici compiti di custodia e vigilanza, e rapporti con il mondo della scuola, in modo che le visite scolastiche vengano realizzate secondo un preciso calendario e siano precedute da incontri e lezioni». «Il coordinamento delle chiese storiche prosegue mons. Verdon punta essenzialmente ad agevolare i rapporti delle chiese membri tra di loro e con i turisti, con le guide professioniste, con le scuole, con la cittadinanza; e a costituirsi nuovo soggetto interlocutore nel necessario confronto con le istituzioni».
La diocesi, gli ordini religiosi e le «fabbricerie» responsabili della gestione e della manutenzione delle chiese coinvolte hanno anche stilato un documento comune, in cui si spiegano le motivazioni di questa iniziativa e il percorso comune per i prossimi mesi. «Le Chiese recita il documento non sono musei, ma luoghi vivi da ricollegare anzitutto ai quartieri in cui nacquero, luoghi che testimoniano le profonde e feconde relazioni intercorse tra la Chiesa, gli Ordini religiosi, la società e la cultura». È da queste riflessioni che nascono anche le norme rigorose che i visitatori dovranno rispettare. «Vogliamo che il visitatore spiega il documento attraverso un comportamento adeguato e un contegno rispettoso, possa compiere un percorso che vada in profondità e sappia raccontare la storia di questi luoghi, dove l’esperienza umana del fatto cristiano si è resa tanto evidente da plasmare anche il tessuto cittadino». Per far rispettare il clima di silenzio all’interno delle chiese, in alcuni casi sarà usato anche un sistema di auricolari per i gruppi, in modo da evitare che le guide debbano parlare ad alta voce per farsi sentire da tutti. «Non si tratta spiega Giuseppe De Micheli, segretario dell’Opera di Santa Croce di imporre divieti, ma di creare un clima in cui venga naturale rispettare certi comportamenti».
L’ultimo punto affrontato riguarda le piazze storiche che circondano le basiliche: «Gli spazi antistanti le chiese, le piazze, oggi non hanno alcun legame funzionale, nessun dialogo, nessuna relazione con il progetto che vorremmo costruire. I sagrati delle chiese costituiscono oggi una sorta di terra di nessuno che induce, per l’uso che ne viene fatto, ad una certa indifferenza alla presenza di una chiesa marcando ancor più il confine tra uno spazio pubblico ed uno spazio privato estraneo ai più». Il progetto mira quindi anche a promuovere un confronto con enti e istituzioni per costruire insieme un percorso di riqualificazione anche di questi spazi.
La scheda: i cinque passi del progetto
Il percorso per la costituzione di un coordinamento delle chiese storiche fiorentine durerà circa un anno e si articola in un programma operativo che prevede cinque passi concreti.
1) Il primo passo saranno incontri con la pubblica amministrazione, le istituzioni locali, gli operatori turistici, le associazioni, per promuovere su questo progetto un ampio confronto.
2) In autunno inizieranno i corsi di formazione per il personale di accoglienza, che dovrà svolgere nelle chiese storiche non solo funzioni di custodia e di vigilanza, ma dovrà anche essere in grado di offrire a gruppi, famiglie e singoli visitatori informazioni pratiche e di illustrare il valore storico, artistico e religioso delle chiese e delle opere d’arte in esse contenute
3) In autunno saranno avviati anche rapporti con il mondo della scuola, in modo che le visite scolastiche vengano realizzate secondo un preciso calendario e siano precedute da incontri e lezioni, in modo da rendere più efficace e ordinata la visita stessa.
4) Nel corso dell’inverno, sarà perfezionata la collaborazione tra le diverse chiese storiche per creare punti di informazione unificati: un centralino telefonico comune in grado di fornire notizie, orari, prenotazioni; un sito internet con notizie di carattere storico e pratico; alcuni centri di accoglienza con sale per conferenze, proiezione video e distribuzone di materiale informativo, per consentire ai visitatori di prepararsi nel migliore modo possibile.
5) Nella prossima primavera (stagione che segna l’inizio dei grandi flussi di visitatori) sarà disponibile la «carta del visitatore», che informerà sui servizi offerti nei vari luoghi, sulle modalità d’ingresso, sulle norme di comportamento richieste, sulle barriere architettoniche, e su quanto altro possa risultare utile al momento della scelta dei percorsi da seguire. Per mantenere il clima di silenzio all’interno delle chiese, saranno usati appositi sistemi di audio guide. Durante i percorsi di preparazione che precedono la visita saranno spiegati anche i motivi per cui viene richiesto, al’interno delle chiese, un abbigliamento conveniente e comportamenti rispettosi ed adeguati.
La Chiesa che è a Firenze ti dà il benvenuto con sincera amicizia e con il desiderio di aiutarti a comprendere il significato storico, artistico e spirituale del suo straordinario patrimonio culturale. Storia, cultura e fede del popolo fiorentino, di cui i grandi artisti si sono fatti interpreti, hanno creato mirabili capolavori di architettura, scultura e pittura. È impossibile percepire adeguatamente la loro bellezza se non si tiene conto dell’ambiente civile e religioso in cui nacquero, delle finalità liturgiche, devozionali, educative, alle quali erano destinati, del linguaggio di cui si servono, del messaggio teologico che intendono comunicare. Soprattutto è necessario essere aperti e attenti all’anelito dello spirito umano verso l’infinito, al cammino personale e comunitario verso l’incontro con Dio, mistero di amore, trascendente e nello stesso tempo rivelato e operante nella storia. A chi è ben disposto, gli edifici e le opere d’arte parlano con un linguaggio che coinvolge sensibilità, immaginazione, intelligenza e affettività, ridesta memorie, schiude prospettive di speranza, lascia intravedere lo splendore del vero e del bene, quasi un riflesso di Dio sulla terra. Proprio per consentirti di ascoltare e lasciar risonare nel tuo cuore tale linguaggio, ti vengono date, in questa carta, informazioni, suggerimenti, indicazioni da utilizzare nella visita. Nel varcare la soglia di questo edificio sacro ricordati che non stai entrando in un museo, tanto meno in una piazza, ma in un luogo di preghiera. Assumi un atteggiamento di rispetto e di raccoglimento meditativo. E allora la pura gioia della bellezza germoglierà in te.
Dallo scorso 15 aprile, ad esempio, nella Cattedrale di Siena è stato disciplinata in maniera più rigorosa la visita turistica. Il grande afflusso di visitatori che negli ultimi anni ha caratterizzato le estati senesi ha infatti coinvolto inevitabilmente soprattutto la Chiesa madre di Siena che, sebbene negli anni abbia efficacemente fatto rispettare alcune regole comportamentali, invitando i visitatori, ad esempio, ad un abbigliamento più consono attraverso l’utilizzo di apposite mantelline oppure introducendo un controllo accessi che garantisce ancora oggi il numero massimo di 700 come limite invalicabile di presenze, spesso si è trovata a dover gestire movimenti tali che né garantivano agli appassionati il godimento delle opere d’arte né offrivano la possibilità a tutti i fedeli di potersi raccogliere in preghiera.
C’è il problema della custodia degli edifici che dovrebbe essere affidata a persone preparate, che assieme agli interessi culturali abbiano a cuore le esigenze di culto e di evangelizzazione per cui queste opere sono state realizzate.
Dall’agostiniana chiesa romanica di San Nicola sulla suggestiva via Santa Maria che porta ancora sul verrucano e sul portale della facciata i resti delle uova di vernice rossa lanciati durante una protesta studentesca alla nevralgica Sant’Antonio a due passi dalla Stazione centrale la cui fiancata, fresca di ritinteggiatura, inneggia con megaslogan contro la Nato e Camp Darby. A Santa Cristina il centralissimo santuario cateriniano sul lung’Arno la fiancata invece ospita il pensiero di chi preferisce le case alle chiese, così come deturpazioni attaccano i prospetti della chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri (monumento nazionale) sull’omonima piazza, di cui recentemente si è anche cercato di bruciare le ante della controporta centrale.
Anche la fiancata della chiesa dell’Università di Sant’Anna non è sfuggita alla tinta dei nuovi «amanuensi», mentre pur avendo salvato la facciata fresca di restauro il Carmine, sul corso Italia, vede lo scempio quotidiano, sul sagrato, della statua marmorea a Nicola Pisano (S. Salvini, XIX secolo) che ha reso necessarie tre ripuliture negli ultimi otto anni. Resistono bene, per ora, le magnifiche facciate romanico gotiche di Santa Caterina d’Alessandria e San Michele in Borgo, i cui prospetti laterali incassati tra altri edifici non corrono rischi. Così come gli stupendi frontali di San Frediano, la chiesa universitaria, e di San Pietro in Vinculis, vetusta sede dei Canonici lateranensi: ma ambedue i templi romanici hanno da poco inaugurato imponenti restauri.
TURISMO, LA CRISI E’ SUPERATA, MA LA RIPRESA E’ ANCORA LENTA