Vita Chiesa

CHIESA E STATO: CARD. ANTONELLI (FIRENZE), «LA LAICITÀ NON CONSISTE NEL RELEGARE LA RELIGIONE NEL PRIVATO»

“La laicità dello Stato non consiste nell’ignorare il fatto religioso e relegarlo nel privato, ma nel tutelare la libertà religiosa e culturale di tutti, mettere le differenze in grado di interagire tra loro e convivere pacificamente sulla base dei diritti fondamentali dell’uomo”. È quanto scrive il card. Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, nella lettera “Cristiani nella società pluralista”, che verrà consegnata alle famiglie in occasione della benedizione pasquale. “Anziché mettere al bando le feste cristiane”, come è avvenuto in alcune scuole in occasione del Natale, “sarebbe più utile ricordare accanto ad esse anche qualche ricorrenza di altre religioni”, visto che “in una società pluralista, i cittadini devono conoscersi per quello che sono e rispettarsi reciprocamente”. In tale prospettiva, osserva l’arcivescovo di Firenze, “appare perfettamente legittimo anche l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica”: “Non si tratta – precisa infatti il presule – di catechesi direttamente rivolta a suscitare l’assenso di fede, ma di istruzione sul cattolicesimo come fenomeno culturale, come elemento fondamentale del patrimonio civile del popolo italiano, indispensabile per capire la storia, la letteratura, l’arte, il costume”. Di qui l’invito, rivolto ad alunni e genitori, “di riflettere seriamente sull’importanza di questa disciplina e di fare una scelta responsabile. Solo conoscendo la propria religione si può fare il dialogo serio con le altre. L’ignoranza religiosa non giova né al dialogo né all’autentica libertà”. “Le religioni non sono tutte uguali; né hanno lo stesso valore. Occorre imparare a stare nel pluralismo, ma senza cadere nel relativismo”, è la tesi di fondo della lettera, in cui il cardinale raccomanda ai fedeli di proporre la fede cristiana ai non cristiani “nel rispetto della loro libertà e in un clima di amicizia” Sir

Card. Antonelli: «Cristiani nella società pluralista»