Vita Chiesa

CHIESA E SALUTE: CONVEGNO CEI, UN MINISTERO URGENTE E DI FRONTIERA

“La pastorale della salute è un ministero urgente e di frontiera. La gente talvolta è lontana da noi – ministri della Chiesa, operatori pastorali – ma non sempre da Dio”, lo ha detto stamane a Silvi Marina, aprendo i lavori dell’ultima giornata del convegno Cei dei direttori degli uffici diocesani di pastorale sanitaria, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, segretario della Commissione episcopale per la carità e la salute. “E’ chiesta soprattutto la nostra vicinanza laddove il supporto della famiglia si è fatto fragile, ha aggiunto l’arcivescovo rilevando che “una parte dei fedeli pare ancora appagata da un’idea asfittica della pastorale degli ammalati, che tende alla sola sacramentalizzazione”. Inoltre, ha affermato mons. Fontana, “le ragioni dell’economia fanno prevedere ospedalizzazioni le più brevi possibili, ma i servizi sul territorio non sempre sono pienamente adeguati e spesso è necessario che la comunità cristiana offra la propria collaborazione”.“Almeno in gran parte dei casi in Italia – ha aggiunto mons. Fontana – gli organismi ecclesiali che operano nella sanità sono di buon esempio. I problemi certamente non mancano. Accanto a quelli sempre ripetuti della mancanza di vocazioni e delle difficoltà economiche, ve ne sono altri di natura prettamente ecclesiale che possono e debbono essere avviati a soluzione”. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha concluso l’intervento al convegno Cei affermando che “le opere di carità sono spesso espressione del carisma dei singoli istituti, ma sempre sono fatte a nome e per conto della Chiesa. E’ affare interno della Chiesa fare in modo che cresca la comunicazione tra la componente religiosa e quella diocesana, che si attui un’efficace cooperazione anche sul piano operativo e, dove fosse necessario, anche su quello economico. Le opere furono fatte con la carità dei fedeli e il lavoro benemerito, silenzioso, sacrificato di centinaia di religiosi, vero patrimonio della Chiesa. Non si tratta di una ragione di cortesia o di opportunità, ma di evangelizzazione, di segno e di ecclesialità”.Sir