Pisa

Chiesa e politica, dibattito tra Rino Fisichella ed Ezio Mauro all’università Andrea Zanotto

Qual è il ruolo dei cattolici nella vita politica? Quando una presa di posizione diventa un’ingerenza? Ne hanno parlato, all’auditorium dell’Opera del duomo di Pisa, Ezio Mauro, direttore di ?La Repubblica?, e monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense e vescovo ausiliare di Roma. L’incontro – dal titolo: ?Chiesa e politica oggi in Italia? – era stato programmato mesi fa dal Servizio Cultura e Università diocesano, ma è diventato in queste settimane di stringente attualità.

Mauro e Fisichella hanno preso le mosse da un’analisi della crisi italiana, che entrambi considerano culturale, oltre che politica. «Il profondo cambiamento culturale in atto – ha detto Fisichella – ha messo in crisi concetti fondamentali: uomo, natura, diritto, giustizia, verità. Ciò rende difficile trovare una mediazione, anche politica, tra l’accentuazione dei diritti individuali e il bene comune. In questo contesto il ruolo della chiesa – quando parla di principi ?non negoziabili? – non può essere bollato come ingerenza. Non esistono leggi confessionali e leggi laiche, perché c’è solo un’etica, senza aggettivi».

«Come laico – ha replicato Mauro – non sono per nulla spaventato della possibilità del rafforzamento della chiesa italiana. È importante che la chiesa arrivi a parlare con tutti, ma è altrettanto importante che non pretenda di essere assieme autorità spirituale e gruppo di pressione, pulpito e piazza». «Ciò sembra possibile – ha continuato – a causa della debolezza della politica: tutti i partiti sono nati negli ultimi dieci anni, e non hanno solide basi culturali. In entrambi gli schieramenti è quindi forte la tentazione di affidarsi a chi propone valori universali. Sia a sinistra, dove tutti sanno cosa ?non sono?, ma nessuno sa esattamente ?cos’è?; sia a destra, dove si insegue il senso comune, piuttosto che l’essenza del cattolicesimo». Ma la chiesa, ha invece sostenuto Fisichella, «parla in prima persona, quando vuole parlare, senza delegare nessuno. Sono poi i politici, in totale autonomia, a prendere le decisioni, anche se poi è legittimo che la comunità di cui fanno parte chieda conto delle loro scelte».

Ha concluso l’incontro l’intervento dell’arcivescovo di Pisa. «La chiesa – ha detto monsignor Alessandro Plotti – è un popolo che cammina dentro la storia, che dentro la storia deve sporcarsi le mani: è lì che il cristiano deve giocarsi la reputazione, e anche la fede. Essere cristiani significa incontrare la figura di Gesù Cristo e tradurre questa scoperta in gesti concreti. Questo è il compito dei politici, che devono essere capaci di riprendere la loro funzione di servizio».