Vita Chiesa

Chiesa e media: mons. Pompili, «l’era digitale è l’era della scommessa sull’umano»

“O abitiamo questo tempo, o saremo assorbiti da un modello tecnico che ci sfuggirà di mano, perché va molto più veloce di noi”, ha ammonito il portavoce della Cei, ricordando che “il realismo cristiano è quello di chi sa che ciò che fa la differenza è la persona umana. I media hanno senso laddove riescono a farci essere più umani, a produrre la cultura dell’incontro”. Oggi, per mons. Pompili, “i contenuti della comunicazione sono ciò che le persone condividono. I media siamo noi”. Già dieci anni fa, il Direttorio Cei sulle comunicazioni sociali “aveva visto l’importanza del fattore umano”. Il modello da seguire è quello della “Chiesa in uscita” auspicata dal Papa, che “decide di annullare le distanze rispetto ai suoi interlocutori”. Di qui la necessità, ha concluso il sottosegretario della Cei, di “rompere schemi e gabbie ideologiche, anche all’interno dell’“ecosistema dei media cattolici”, chiamati a fare “unità nelle differenze”.