«Per quanto mi riguarda, posso affermare che l’anno 2010, nel quale il dibattito in Germania ha raggiunto il colmo, è stato l’anno peggiore e più doloroso della mia vita. Specialmente in quei mesi mi sono ripetutamente chiesto: “Come è potuto accadere nelle nostre file? Come è stato possibile ferire così profondamente, nel corpo e nell’anima, bambini e adolescenti nell’ambito della Chiesa?”». Ha iniziato con una confessione personale il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco-Freising, la sua relazione oggi al simposio internazionale sugli abusi sessuali che si concluderà questo pomeriggio a Roma con una conferenza stampa. Il cardinale non ha nascosto perplessità e mea culpa: Indubbiamente, negli ultimi decenni, di fronte ai casi di violenza sessuale e maltrattamento dei minori, molti responsabili hanno considerato la protezione delle istituzioni una priorità, per cui hanno tentato di nascondere la terribile verità invece di riconoscerla in tutta la sua amarezza. E, per di più, vi hanno contribuito anche con un linguaggio tendente a offuscare il quadro e a minimizzare i fatti. Riguardo poi al rapporto con giornalisti ed opinione pubblica, il card. Marx ha detto: è inutile imprecare contro i media o condannare l’opinione pubblica; si tratta piuttosto di prendere posizione apertamente e in modo persuasivo attraverso un’azione esemplare, conversazioni e chiarificazioni nei media. Affrontare i media e il pubblico ha proseguito l’arcivescovo – è una sfida che soprattutto i vescovi devono riconoscere. Il gioco in difesa, la banalizzazione e la relativizzazione non promuoveranno una nuova credibilità. Marx ha poi ripercorso il periodo in cui (era l’anno 2010) in Germania i media segnalarono casi di violenze sessuali su minori in una scuola benedettina nella arcidiocesi di Monaco e Freising dove papa Benedetto XVI ne era stato arcivescovo dal 1977 al 1982. I media erano particolarmente interessati a trovare indizi per poter accusare lo stesso papa di mancanze al riguardo. Da allora ha detto il cardinale – non passò praticamente giorno senza nuove pubblicazioni e nuovi dibattiti sulle violenze sessuali sui minori nella Chiesa cattolica. Per me fu chiaro fin dall’inizio che l’unico modo per affrontare la crisi era l’apertura, la chiarezza, l’educazione e passi concreti. Ed ha concluso: Senza dubbio, il dibattito sulla violenza sessuale sui bambini e sugli adolescenti ha gravemente danneggiato la Chiesa. Ha eroso la credibilità all’interno e all’esterno e questo processo non è ancora terminato. Ma questi avvenimenti possono diventare uno stimolo importante per la conversione e il rinnovamento e quindi per il ricupero della credibilità, passo dopo passo. Quest’ora storica, nella quale ovviamente si può percepire l’appello di Dio, ci sta praticamente costringendo ad assumere un atteggiamento umile e attivo al tempo stesso. (Sir)