Lettere in redazione

Che male c’è se nascono le «ronde»?

Se c’è una cosa che proprio non capisco è tutta la discussione che si fa circa le «ronde». Taluni vi vedono addirittura l’inizio di un regime totalitario, fascista, razzista e chi più ne ha più ne metta.

Se un gruppo di persone (anche solo tre) si trovano daccordo di andare a passeggiare per la città ed eventualmente segnalare alle forze dell’Ordine qualcosa di irregolare, commettono forse illegalità? Non mi sembra. E per fare questo occorre forse l’autorizzazione di qualcuno? Non mi sembra. E forse qualcuno lo può legalmente impedire? Non mi sembra. E allora?

Aldo RocchiLivorno

Lasciamo da parte il ritorno del fascismo. Quello mi sembra francamente esagerato. Però non possiamo liquidare così semplicemente il dibattito sulle «ronde», come se non esistessero problemi. È vero, in questo settore ci sono anche delle esperienze positive come quella dei «City Angels», un’«associazione di volontariato di cittadini – come ha spiegato il ministro Maroni – che fanno corsi di formazione, camminano per strada con una divisa e fanno prevenzione. Lo fanno da dieci anni in dieci città italiane, in molte, anche governate dalla sinistra, hanno una convenzione con il Comune: vogliamo valorizzarle queste iniziative – ha proseguito il ministro – prendiamo atto che ci sono e dobbiamo regolamentarle». Esperienze del genere non solo non presentano problemi, ma credo siano anche utili e lodevoli. Però non possiamo far finta di non vedere e di non sentire. Chi oggi «spinge» per le ronde, come la Lega Nord, lo fa cavalcando il senso di insicurezza che si diffonde nei cittadini. E lo fa principalmente «contro» gli immigrati. Si sono già verificati diversi episodi di intolleranza che hanno costretto le forze dell’ordine ad intervenire… per fermare e controllare queste «ronde». Non per nulla tra i più contrari ci sono proprio polizia e carabinieri. E grazie alla contrarietà anche di parte della maggioranza – in particolare di An – si è arrivati ad una stesura finale del decreto sicurezza che prevede ronde non armate e composte solo da ex agenti ed ex militari. In un paese di diritto il mantenimento dell’«ordine» e della sicurezza è affidato esclusivamente a pubblici ufficiali e non a volontari. E la prima preoccupazione del governo dovrebbe essere quello di mettere a disposizione delle forze dell’ordine uomini e mezzi adeguati.

Claudio Turrini