Mantenere e sviluppare ulteriormente la comunione cresciuta negli anni passati tra i cristiani, non è un argomento che servirebbe semplicemente ad ottenere o mantenere la simpatia di vari gruppi nella società e nelle comunità ecclesiali. È il saluto rivolto oggi dal card. Péter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa), ai partecipanti all’evento di commemorazione dei 10 anni Charta Oecumenica in corso a Friburgo (Svizzera). Per il cardinale, l’unità dei cristiani, però, non è semplicemente una realtà umana o una questione sociologica e di conseguenza meri sforzi umani non saranno in grado di ripristinarla ma dobbiamo rivolgerci a Dio, fonte di ogni vero amore e di ogni reale unità per chiedere il dono gratuito della riconciliazione e dell’unità. In tal senso, frutti autentici della ricerca individuale e comunitaria di Dio che è la Verità sono la disponibilità per un dialogo profondo che comporta una crescita nel mutuo rispetto e nella comprensione reciproca, nell’amicizia vicendevole e nell’amore fraterno.Il movimento ecumenico, ha aggiunto il card. Erdo, ha fatto significativi passi in avanti negli ultimi decenni, che hanno reso possibile raggiungere incoraggianti convergenze e consensi su svariati punti. Inoltre, si sono sviluppati rapporti di stima e rispetto reciproco, come pure forme di collaborazione concreta di fronte alle sfide del mondo contemporaneo e la Carta Oecumenica è un passo significativo in questo cammino. Tuttavia, ha precisato il presidente della Ccee, sappiamo bene che l’unità per la quale Cristo ha pregato, non si realizza solo sul piano delle strutture organizzative o di documenti ma si configura, ad un livello molto più profondo e l’unità per la quale stiamo pregando e lavorando dovrà essere espressa nella confessione di una sola fede, nella comune celebrazione del culto divino e nella fraterna concordia della famiglia di Dio’. Dunque, ha concluso il card. Erdo, la celebrazione di questo anniversario è un’occasione importante che ci ricorda il nostro dovere di procedere con passione sul cammino verso l’unità con un dialogo serio e rigoroso per approfondire il comune patrimonio teologico, liturgico e spirituale e soprattutto, con la conversione del cuore e con la preghiera.Sir