«Oggi voglio essere ottimista – ha detto Cerza – e vedere il bicchiere mezzo pieno: il 2015 si apre con un rallentamento di tutti gli indicatori di fragilità economica che ci fa sperare che sia l’inizio dall’uscita della crisi. Per invertire la rotta però bisogna rimboccarsi tutti le maniche e reimpostare un modello economico e sociale diverso da quello di questi ultimi anni. Partendo da una consapevolezza: dobbiamo essere sempre più una terra che accoglie nuovi investimenti dall’esterno perché, ahimè, in Toscana sono finiti i soldi, perché abbiamo perso le banche del territorio e i risparmi che vengono raccolti qui vanno fuori».«Se vogliamo ripartire – ha proseguito il Segretario Cisl – dobbiamo far arrivare gli investitori internazionali e le multinazionali, visto che per fortuna la Toscana ha anche un nome che attrae. Ma per riuscirci bisogna ridurre la burocrazia, semplificare, rendere disponibili aree industriali a basso costo e alzare la produttività nel territorio: è compito di tutti, a cominciare dalle istituzioni, ma anche nostro e quindi come sindacato ci mettiamo in gioco. La Cisl è pronta a fare la sua parte. L’esempio è l’accordo per l’area di Piombino, dove il raggiungimento di queste condizioni ha fatto arrivare un investitore algerino, dando speranze e futuro a migliaia di persone».«In questa logica – ha aggiunto Cerza – ritengo che il riordino delle funzioni delle provincepossa fornire l’occasione per riqualificare i servizi, evitare inutili sovrapposizioni e burocratizzazioni, salvaguardando i lavoratori». A questo proposito Cerza ha parlato anche della nuova Città metropolitana fiorentina la cui «forza trainante» ha detto «deve essere messa a disposizione di tutta la Toscana e non ripiegarsi a tutelare il ruolo egemone di Firenze, con i suoi piccoli interessi. Ma il discorso va anche ribaltato: se non la finiamo con gli interessi di campanile non ci sarà futuro per nessuno, Toscana metropolitana, Toscana della costa, Toscana del sud e del nord».