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CENTROAFRICA, SOLUZIONE IN VISTA PER I 33 MISSIONARI «ASSEDIATI» A GOFO
Potrebbe giungere a conclusione entro 48 ore la vicenda dei 33 missionari che da alcune settimane si trovano isolati nel nord della Repubblica Centrafricana. Entro due giorni dovrebbe aver termine il loro «assedio» in una struttura missionaria dei frati cappuccini nel villaggio di Gofo, in un’area controllata dai ribelli legati all’ex capo di Stato maggiore François Bozizé.
Un operatore umanitario del quale si mantiene l’anonimato ha confermato poco fa alla MISNA che è stato raggiunto un accordo per il rimpatrio dei religiosi, che giovedì dovrebbero varcare la frontiera tra Centrafrica e Ciad, per raggiungere la città meridionale di Sarh (sud Ciad). Da lì, secondo la stessa fonte, in giornata dovrebbe avvenire il trasferimento nella capitale N’Djamena, da dove verranno eventualmente rimpatriati. Tra i religiosi (30 cattolici e 3 protestanti di diverse nazionalità) vi sono anche degli italiani: alcune suore (tra cui una fiorentina) e 5 frati cappuccini appartenenti alla provincia religiosa di Reggio Emilia, tra i quali i lunigianesi Antonio Triani e Cesare Clerici; gli altri italiani sono Damiano Bonori, Innocenzo Vaccari e Norberto Munari.
Le comunicazioni con Gofo sono estremamente complesse spiega alla MISNA l’operatore umanitario ma ci sono arrivate conferme che le operazioni dovrebbe procedere senza problemi. Siamo fiduciosi. Per la liberazione del gruppo è stato necessario l’intervento della Croce rossa e di Medici senza frontiere (Msf), che in queste ore stanno organizzando il trasferimento dei missionari. Sulle loro condizioni di salute era stato proprio lo staff di Msf – che aveva ragginuto Gofo prima di Natale – a confermare che tutti sono in buone condizioni, benché un po’ provati psicologicamente per la lunga permanenza forzata’ nel villaggio, senza possibilità di muoversi in un territorio dove imperversano le bande armate anti-governative. Nella capitale del Ciad, secondo indiscrezioni, le differenti ambasciate avrebbero già predisposto le misure per l’eventuale rimpatrio dei religiosi nei rispettivi Paesi di origine.
I missionari – uomini e donne di nazionalità italiana, francese, spagnola, polacca, brasiliana e malgascia – si erano raccolti a Gofo a metà dicembre dopo aver deciso di lasciare Bossangoa, la città-roccaforte dei ribelli che sorge circa 300 chilometri a nord della capitale Bangui. Le condizioni di grave insicurezza nella diocesi di Bossangoa avevano reso necessario il loro trasferimento in un unico villaggio in cui fossero presenti strutture per poterli accogliere. Lo scorso 25 ottobre, armati fedeli a Bozizé hanno tentato di rovesciare il presidente centrafricano Ange Felix Patassé. Dopo essere stati respinti dalla capitale Bangui, i rivoltosi hanno iniziato a conquistare le principali città del nord del Paese, che controllano in gran parte ormai da un paio di mesi. (EB)