Firenze

Centro missionario medicinali: Quintali di farmaci spediti nel mondo, la pandemia non ha fermato i volontari

Nonostante in Italia la situazione sembri migliorare, la pandemia va avanti nel mondo e fa strage di vite umane soprattutto nei paesi più poveri dove, anche in assenza di emergenze sanitarie mondiali, si fa fatica ad avere accesso alle cure, ai farmaci, al materiale sanitario o, spesso, si muore per l’assunzione di farmaci contraffatti.

Di queste realtà si occupa, dal 1977, il Centro missionario medicinali di Firenze, nato dal Centro missionario diocesano su iniziativa di Massimo Ghiribelli, che ne è ancora il presidente, con la collaborazione di Mauro Barsi, presidente dell’associazione «Agata Smeralda». «Ci occupiamo di raccogliere i farmaci non scaduti che le persone acquistano ma non usano e che andrebbero sprecati, ma riceviamo anche donazioni da aziende e privati e, quando necessario, acquistiamo farmaci e materiale sanitario da donare» racconta Ghiribelli: «I volontari del Centro, tra i quali ci sono anche medici e farmacisti, controllano il materiale che riceviamo e preparano i pacchi da spedire in Italia e all’estero». Il Centro fa parte delle realtà caritative e assistenziali che la Chiesa fiorentina sostiene attraverso la ripartizione dei fondi 8 X Mille assegnati dalla Cei alla diocesi di Firenze. «Spesso entriamo in contatto con le realtà povere dei Paesi esteri – prosegue Ghiribelli – attraverso i sacerdoti stranieri presenti nella nostra diocesi e riusciamo a raggiungerle con il materiale sanitario che occorre loro attraverso corrieri internazionali, oppure passando dalle Nunziature e la posta diplomatica vaticana». Spedire farmaci è un’operazione delicata: «è importante assicurarsi che i pacchi arrivino a destinazione perché c’è il rischio che i farmaci vengano intercettati, rubati e rivenduti». Attraverso il servizio, completamente gratuito, del Centro, si combatte anche il fenomeno dei farmaci contraffatti, a causa dei quali muoiono 2 milioni e mezzo di persone all’anno nel mondo, e si riescono a tenere aperte strutture sanitarie che altrimenti chiuderebbero, come succede ad Haiti.Davanti al mondo provato dalla pandemia, in questi mesi e in questi giorni il Centro missionario medicinali ha continuato a portare aiuti anche nell’area metropolitana di Firenze, in Italia e all’estero. «Ho dovuto distanziare i volontari che operavano nel Centro – spiega il presidente – ma non ci siamo mai fermati e in pochi mesi abbiamo “raddoppiato” il lavoro dello scorso anno distribuendo circa 1.300 Kg di materiale sanitario a quasi una trentina di strutture caritative in Italia». Anche grazie all’ingente donazione di gel disinfettante da parte della Menarini e di materiale sanitario anti Covid da parte della Fondazione CR di Firenze sono stati fatti arrivare aiuti alle strutture di Firenze e dell’Area Metropolitana, a Prato, Pistoia e Livorno, per quel che riguarda la Toscana. Nel resto d’Italia, poi, i pacchi hanno raggiunto la Campania (la Caritas di Scampia e Sarno), Calabria (Gioia Tauro e Cosenza), Sicilia (al Centro fondato da Don Puglisi nel quartiere Brancaccio a Palermo), Sardegna (Caritas Cagliari e Tempio Pausania) e anche in Puglia (nella provincia di Foggia) mettendo a disposizione numeroso materiale anti Covid-19. Anche a favore dei paesi esteri che la pandemia sta colpendo più duramente sono state organizzate numerose spedizioni di farmaci e materiale anti Covid: «nel Sud del Mondo, dove ricordo che ancora oggi più di 2 miliardi di persone non hanno accesso ai farmaci essenziali e dove le strutture sanitarie sono molto fragili e spesso inesistenti abbiamo inviato, a più riprese, tantissimi pacchi in oltre 150 strutture». In Africa gli aiuti sono stati inviati principalmente in Congo (Rdc), ma anche in Angola, Benin, Burkina Faso, Cameroun, Ciad, Congo Brazzaville, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Guinea Conakry, Kenya, Madagascar, Malawi, Nigeria, Rwanda, Senegal, Sierra Leone, Sud Sudan, Togo, Uganda e Zambia. «Solo nella Repubblica del Congo aiutiamo una cinquantina di strutture molto povere» racconta il presidente. In America Latina invece è stato fatto un lavoro importante (quasi una tonnellata fra farmaci e dispositivi anti-Covid-19) grazie alla disponibilità della Nunziatura di Haiti, che ha permesso di raggiungere una quindicina di strutture molto povere, fra cui diversi ospedali anti Covid-19. A Cuba, poi, grazie alla collaborazione della diplomazia Vaticana, tanti farmaci sono stati fatti arrivare nelle periferie poverissime dell’Avana, Guantanamo e Santiago de Cuba. Altri aiuti sanitari sono stati inviati anche in Argentina, Guatemala e Honduras. Anche l’Est Europa è stato raggiunto dal Centro, dove le spedizioni, racconta ancora Ghiribelli, «si sono concentrate soprattutto in Ucraina, in Albania e in Grecia, dove abbiamo inviato farmaci e dispositivi anti Coronavirus in aiuto ai profughi delle isole di Lesbo e Samos». Il progetto più recente, poi, è stato a favore della Libia, dove sono state inviate «molte tonnellate di farmaci e sanitari grazie alla collaborazione del Ministero della Difesa con la 46° Brigata Aerea di Pisa e grazie anche alla presenza di personale sanitario italiano. A breve partirà per la Libia un’altra grossa spedizione con all’interno molti dispositivi anti Covid-19».