Centri estivi, regole certePer i centri estivi per bambini con più di tre anni e per adolescenti le linee guida di riferimento rimangono quelle nazionali, definite con il decreto del presidente del consiglio del 17 maggio. La Regione – che già ai primi del mese aveva destinato 2 milioni di euro ai Comuni per la loro progettazione, la prima a farlo con risorse già disponibili (ancora prima di quelle che arriveranno dallo Stato) – ha definito adesso la procedura per autorizzare i centri estivi. L’avvio delle attività dovrà essere comunicata all’amministrazione comunale attraverso la piattaforma Suap. Un esempio di modulo, una sorta di schema-tipo, da presentare (anche on line) è stato allegato all’ordinanza e, nel farlo, chi propone un progetto sottoscrive anche l’impegno a rispettare tutta una serie di comportamenti, regole ed accorgimenti, che vanno dal controllo della temperatura e dello stato di salute dei frequentatori ogni mattina al rispetto di un rapporto numerico minimo tra operatori e bambini (graduato a seconda dell’età) fino alla previsione di supplenti ‘in panchina’ da chiamare in campo laddove un operatore fosse momentaneamente indisponibile. Le attività dovranno essere organizzate in piccoli gruppi , garantendo la distanza di almeno un metro (ma è raccomandato come sempre il metro e ottanta) e l’invito è a privilegiare le aree all’aperto con presenza di zone ombreggiate. Se fossero previsti pasti, posate e bicchieri non potranno essere condivisi. Gel o acqua e sapone non dovranno mai mancare. Se possibile, i percorsi di ingresso e di uscita dovranno essere separati. Al rispetto delle regole sono naturalmente tenuti anche i Comuni, laddove organizzino direttamente i centri estivi. Sul rispetto poi delle misure più generali per il contenimento della diffusione del contagio da Covid-19 i gestori, siano essi pubblici o privati, firmeranno un patto di corresponsabilità con le famiglie, perché è evidente che, per la sicurezza di tutti, ognuno dovrà fare la propria parte.Si torna al mare, ecco cosa sarà permessoSulle spiagge la Regione aveva già definito nei giorni scorsi le linee guida per gli stabilimenti balneari e quelle per le aree non attrezzate non sono molto diverse. Dovrà essere rispettata la distanza, sempre, di un metro tra le persone (eccetto che per i conviventi), ma si continua a raccomandare almeno un metro e ottanta. La mascherina, che si potrà non indossare stesi in spiaggia, dovrà essere a portata di mano laddove si presentassero situazioni in cui fosse impossibile stare ad almeno un metro. Tra un ombrellone e l’altro piantato in terra (o qualsiasi altro sistema di ombreggio) ci dovranno essere minimo quattro metri e un metro e mezzo tra lettini, sedie e sdrai. Non si potrà giocare a pallone né essere impegnati in altre attività ludiche e sportive di gruppo che possano dar luogo ad assembramenti: nessun problema invece per racchettoni, surf, windsurf, kitesurf e tutti gli sport individuali. Per evitare assembra menti e aiutare il distanziamento tra le persone i Comuni potranno a loro volta fissare ulteriori regole per l’accesso in spiaggia