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CENTRI DI AIUTO ALLA VITA: LEGGE 194,I PUNTI PER UN DIALOGO POSSIBILE

“Non cambiamo il nostro giudizio integralmente negativo sulla 194, ma nonostante questo e nel prioritario interesse di offrire una maggior tutela del diritto alla vita a tutti gli italiani, nati o non nati, siamo disposti9 a lavorare insieme alle forze politiche e alle istituzioni per individuare alcuni aspetti che rendano questa legge meno ingiusta”. Lo ha detto Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (Mpv), concludendo ieri a Roma il XXVII Convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita (Cav). “In questi giorni – ha proseguito Casini – abbiamo messo a confronto di dati sui 30 anni di applicazione della legge che hanno portato a quasi 5 milioni di aborti e sugli oltre 30 anni di attività dei Cav che in pochezza dimezzi ed umiltà di risorse hanno sottratto ad aborto certo oltre 85 mila bambini ed incontrato, sostenuto ed aiutato 850 mila donne. La lettura anche superficiale di queste cifre rende evidente a tutti, a prescindere dalle posizioni ideologiche e culturali, la necessità di intervenire sulla 194”. Affinché il dibattito sulla legge “sia sincero e proficuo”, il Movimento per la vita indica alcune A”modifiche” alla normativa attuale, a cominciare dalla modifica dell’art. 1, in cui la Repubblica non si limita a “tutelare la vita umana fin dal suo inizio”, ma “tutela il diritto alla vita fin dal concepimento”.

Tra le altre modifiche richieste dal’Mpv alla legge 194, quella di “escludere le cause economico-sociali” dell’aborto e la richiesta che venga “verbalizzata la causa per cui l’aborto viene richiesto”, mettendo a verbale “anche le offerte di alternative e il loro risultato”. Per l’Mpv, inoltre, la funzione consultoriale va svolta “esclusivamente in funzione dell’aiuto alla nascita”, perché “i consultori non hanno mai il compito di autorizzare l’aborto”. Per l’aborto terapeutico, l’Mpv chiede che la malattia della madre e l’anomalia del figlio sia sempre “certificata da un collegio di specialisti”, nel caso del figlio dopo il riscontro diagnostico sul feto. L’obiezione di coscienza, inoltre deve avere per l’Mpv “effetto immediato” e riguardare “anche gli addetti alle farmacie”. L’ultima richiesta di modifica è relativa all’art- 16, relativo alla relazione ministeriale sullo stato di attuazione della legge 194. Tale relazione, ammonisce il Movimento per la vita, deve indicare “anche i dati relativi agli aborti evitati mediante lì’intervento pubblico” e riferire” anche sui risultati ottenuti dal volontariato”.

Sir