«Mancano 100 giorni al diploma? Vieni a festeggiare a Riccione!»: si trovano anche questi annunci in questo periodo navigando su internet. Un momento da immortalare, quello che segna i tre mesi o poco più dall’inizio del fatidico esame di stato. Da immortalare con una vacanza memorabile o, come accade probabilmente con più frequenza, con una serie di cerimonie profane, più o meno tradizionali, più o meno irriverenti, certamente accompagnate da una buona dose di folklorismo e goliardia. I riti possibili sono molti sembra quasi che ogni anno qualcuno tiri fuori dal cilindro nuove idee: tutto è fattibile, purché porti bene! Così, alla solita gita a Montenero, con relativa accensione di cero e salita della scalinata sulle ginocchia, si sono andate affiancando nel tempo usanze se possibile ancor più bizzarre, come gettare il sale in mare e scrivere sulla sabbia il voto a cui si aspira.La piazza del duomo a Pisa poi è divenuta meta sempre più gettonata da molte scolaresche, anche dagli angoli più lontani della Toscana. Chi martedì 17 marzo si troverà nei pressi delle stazioni, non potrà non notare un flusso anomalo di giovanissimi, tutti diretti verso la cattedrale. Sì, perché anche se la lucertola della porta principale sarà irraggiungibile – transennata, protetta dalle ondate dei cercatori di fortuna che negli anni l’hanno resa lucida come uno specchio, consumandola con le loro carezze interessate – sono nati molti nuovi cerimoniali, per i quali lo scenario della piazza italiana più famosa al mondo è parso il migliore. Ad esempio compiere il giro della cattedrale senza mai staccare la mano dalla parete, o fare di corsa attorno al Battistero tanti giri quanto il voto auspicato: per ottenere un bel 100/100: una impresa a dir poco olimpionica, se si considera che la circonferenza di quel monumento è di quasi 110 metri, per cui anche un modesto 60/100 rischia di costare parecchia fatica. Capita anche che ognuno segua dei rituali propri, magari inventati lì per lì: l’unica cosa davvero fondamentale è ripetere ogni azione cento volte. Il grande afflusso, lo stato di usura della famosa lucertolina in bronzo e la legittima preoccupazione per il prato – arato dai frequenti passaggi e trasformato in un bivacco – hanno costretto l’Opera primaziale a transennare il portale principale e a rafforzare i controlli: sì, perché quando centinaia di ragazzi si muovono per confluire in città la questione scavalca la goliardia e diventa di ordine pubblico. Insomma non si capisce bene dove sia il confine fra la festa, la superstizione esasperata e il vandalismo vero e proprio. Da quest’anno però ai diplomandi della diocesi viene fatta anche una proposta decisamente in controtendenza: l’invito ad entrare in cattedrale e raccogliersi in preghiera (cfr lettera aperta in alto pagina). L’iniziativa nasce coon la collaborazione dell’ufficio diocesano di pastorale scolastica. Appuntamento per tutti alle ore 10 in Duomo. Né vacanze, né cerimonie senza senso, solo l’affidamento del proprio percorso di vita al Signore, sotto l’intercessione di Maria.