Vita Chiesa
Cent’anni fa nasceva Madre Teresa, la «matita di Dio»
L’Albania si è preparata a celebrare questo evento con grande impegno per onorare in modo adeguato, per quanto possibile, Madre Teresa di Calcutta, questa sua figlia di cui va giustamente orgogliosa. Il governo albanese ha dedicato quest’anno a Madre Teresa e organizzato diverse iniziative, tra cui concerti, rappresentazioni, conferenze, e l’apertura di un museo a lei dedicato.
Dal punto di vista religioso il momento culminante è la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Laç Vau-Dejes, diocesi di Sapë, il 26 agosto, con la presenza dell’episcopato albanese, dei vescovi del Kosovo e del Montenegro. La celebrazione è stata presieduta da mons. Ramiro Molinar Ingles, nunzio apostolico in Albania e rappresentante speciale del Papa per questo evento.
Madre Teresa nacque in Albania il 26 agosto 1910. Durante la sua vita ha servito i più poveri tra i poveri nei bassifondi di Calcutta, in India, fondando la Congregazione delle Missionarie della carità, che opera in tantissimi Paesi del mondo. E’ stata beatificata da Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003 a Roma. Abbiamo rivolto alcune domande a mons. Lucjan Avgustini, vescovo di Sapë.
Che importanza ha per l’Albania questa celebrazione?
L’Albania è uscita da non molto tempo dal periodo terribile della dittatura comunista, che non solo ha impoverito la nazione dal punto di vista economico, ma ne ha anche impedito un dignitoso progresso, emarginandola dal resto del mondo. Le persone sono state umiliate e spogliate della propria dignità. Celebrare allora una figlia di questo popolo che tanto ha fatto con una vita assolutamente povera, umile, semplice, lei che si definì una piccolo matita nelle mani di Dio’, vuol dire riconoscere la forza, la grandezza e le capacità che hanno i figli di questa terra di crescere e aiutare tutti a crescere nella luce di quella verità e di quel bene nel quale Madre Teresa ha camminato quale testimone fedele e tenace. Lei che si è sentita sempre figlia della Chiesa che ha amato, nella quale è vissuta e della quale ha manifestato la grandezza nella Carità.
Quale messaggio può offrire all’Albania di oggi Madre Teresa?
Penso che una sua famosa frase possa essere significativa: Non conta tanto quello che facciamo, ma l’amore con cui lo facciamo’. Il suo messaggio è lo stesso del Vangelo di Gesù, quello dell’amore. L’amore incarnato, vissuto nella sua concretezza. Amore che si dona senza cercare un contraccambio. Amore gratuito e totale che inizia con il chinarsi sui più piccoli e sui più poveri, sui più emarginati, riconoscendo in loro e amando in loro Gesù. Un amore possibile solo se si apre il cuore e la propria vita a Dio. Madre Teresa disse che il mondo soffre di una grande fame: la fame di Dio. Solo Lui può saziare il nostro desiderio di felicità.
Cosa insegna a questa terra la testimonianza di Madre Teresa?
Tra le altre vicende della sua vita accadde che in Albania, durante il regime, a Madre Teresa fu negato il visto di ingresso per poter riabbracciare la madre morente. Ebbene, quando poté tornare in Albania non esitò ad andare a pregare sulla tomba del dittatore. I temi della pace, della speranza, del perdono, della riconciliazione, dell’amore vero sono le lezioni che possiamo imparare e dobbiamo vivere se vogliamo costruire basi solide e buone per il futuro nostro e del mondo, se vogliamo rendere manifesto il Regno di Dio che è in mezzo a noi.
Postulante in Irlanda, presso la casa madre della Congregazione, Agnese scelse il nome di Teresa, in onore di Santa Teresa del Bambino Gesù, e nel dicembre di quello stesso anno partì per l’India dove trascorse un noviziato di due anni. Emise la professione perpetua nel 1937. Il 10 settembre del 1946 è una data importante, una giornata di ispirazione. Viaggiando in treno da Calcutta a Darjeeling, dove dovevo prendere parte agli esercizi spirituali racconta ero assorta nella preghiera quando ho sentito chiaramente una chiamata’ dentro la chiamata. Il messaggio era inconfondibile. Dovevo lasciare il convento e consacrarmi ad aiutare i poveri vivendo tra loro. Era un ordine. Sapevo dove dovevo andare ma non sapevo come arrivarci.
Dopo aver ottenuto l’autorizzazione a vivere come suora fuori dal convento, il 16 agosto del 1948 Madre Teresa depose la veste della Congregazione di Loreto ed uscì dal convento indossando un sari bianco simile a quello delle donne indiane più povere. Il 19 marzo del 1949, la prima seguace si unisce alla suora albanese. Si chiama Shubashini Das. Il 7 ottobre 1950 la Congregazione delle Missionarie della Carità riceve l’approvazione del Vaticano, nel 1965 viene riconosciuta di diritto pontificio. Oggi sono 5.194 sorelle, sparse nelle 762 case in 121 Paesi. La prima venne aperta nel 1952 a Calcutta per gli indigenti moribondi e prese il nome di Nirmal Hriday, la Casa del cuore puro. Un anno dopo fu aperta Shishu Bhavan, la Casa dei bambini. Esiste anche un ramo maschile della Congregazione, i Fratelli missionari della Carità, fondato nel 1963. Dagli anni ’70 in poi, a Madre Teresa vengono conferiti prestigiosi riconoscimenti internazionali (il premio Buon Samaritano negli Stati Uniti, il Premio Templeton, il Premio per la pace Papa Giovanni XXIII in Vaticano) e nel 1979 il Premio Nobel per la Pace. Nell’ottobre del 1996, Bill Clinton approva una legge grazie alla quale Madre Teresa diventa cittadina onoraria degli Stati Uniti. Firmando il documento, il presidente dichiara: Madre Teresa ha portato amore e speranza nella vita di milioni di bambini orfani e abbandonati in tutto il mondo.
Il 5 settembre del 1997, in seguito ad un attacco cardiaco, Madre Teresa muore. Meno di due anni dopo la sua morte, papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della causa di canonizzazione e il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli. Il 19 ottobre 2003 Madre Teresa è stata proclamata beata dallo stesso Pontefice a Roma.