Opinioni & Commenti
Cent’anni fa la guerra che ha determinato il mondo attuale
Il 28 giugno 1914, sotto i colpi della rivoltella di Gavrilo Princip rimasero colpite a morte l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono imperiale di Vienna, e la sua consorte. Fu l’occasione colta immediatamente dal governo austro-ungarico per dare una lezione alla Serbia, ritenuta la responsabile politica e morale dell’attentato. La Serbia era disposta a qualsiasi concessione che garantisse l’Austria: tutto fu inutile e fu la guerra. Russia, Francia ed Inghilterra da una parte; Austria, Ungheria e Germania dall’altra. L’Italia rimase neutrale per un anno e il 24 maggio 1915 entrò nel conflitto europeo dalla parte dei francesi e degli inglesi.
La Prima Guerra Mondiale fu concepita dalle èlites europee come il compimento della lotta per le indipendenze nazionali. Soprattutto in Italia il secolo diciannovesimo finì con questa guerra e con l’acquisizione di Trento, Trieste e delle città italiane della costa dalmata e croata al Regno d’Italia.
In Italia molti di coloro che erano stati «scoperti» dal talento speculativo di Giuseppe Prezzolini – come Carlo Stuparich e Cesare Battisti – entrarono in armi con l’ardore del poeta e del patriota, con grande determinazione. Stuparich nel novembre del 1915 descrive il luogo dove egli si trova al fronte con questi versi: «Foglie gialle cadute / per troppa secchezza / segnano l’asprezza / di grandi aree mute / il cielo è azzurro di profondità / le cose sono ferme e recise. / Passò un respiro d’eternità / in queste solitudini derise».
Anche Giuseppe Ungaretti fu un soldato che con la sua straordinaria vena poetica scrisse parole memorabili nella loro apparente semplicità: «D’improvviso / e alto / sulle macerie / il limpido / stupore / dell’immensità». Quasi a voler testimoniare una tragedia cosmica che costò alla fine 15 milioni di morti tra militari e civili. Aveva ragione Benedetto XV: «La guerra fu un’inutile strage. Tanto più che dalle trincee sorse un cataclisma politico che travolse l’impero austriaco, quello tedesco e quello russo». Il Papa aveva visto giusto, anche perché la prima guerra mondiale partorì il Comunismo (Russia- 1917), il Fascismo (Italia – 1922) e il Nazismo (Germania – 1933)
Stupirà sapere infine che tra gli interventisti ci furono due grandi politici democritici cristiani come Giovanni Gronchi, Attilio Piccioni e dei formidabili militari cattolici come Giuseppe Donati e Igino Giordani, decorati al valor militare. Tra i sacerdoti furono decorati di Medaglia d’argento al valor militare preti come don Giovanni Minzoni, don Primo Mazzolari ed il nostro don Giulio Facibeni. Il 24 maggio di cento anni fa iniziò una guerra che con l’intervento degli Stati Uniti d’America diventò mondiale. Una guerra che è all’origine della seconda Guerra Mondiale e, nel bene e nel male, del mondo in cui oggi viviamo.