Pisa

CENSITI GLI ARCHIVI PARROCCHIALI

L’archivio della parrocchia di San Giovanni alla Vena è quello più antico: vi si trovano documenti persino del 1448 (anno in stile pisano). Quello di San Giovanni al Gatano si credeva disperso – la chiesa era stata infatti cannoneggiata: si trovava invece in un baule lasciato sotto il tetto. Recuperato anche l’archivio parrocchiale di San Nicola: era finito in una stanzetta nei dintorni della scala a chiocciola che sale sulla torre campanaria. Sono 127 gli archivi degli enti parrocchiali censiti tra il 2005 ed il 2006 dagli archivisti di Iperborea, coordinati dall’ufficio diocesano per i beni culturali. Vi si conservano le testimonianze sulle iniziative pastorali, la storia e la cultura della comunità. Per gli anni antecedenti l’istituzione dell’anagrafe, i registri di battesimi, matrimoni e morti costituiscono l’unica fonte per gli studi di storia sociale e per le ricerche genealogiche. I dati sono stati rilevati utilizzando «CEIAr», il sofware per la descrizione degli archivi storici ecclesiastici distribuito dalla Cei. Il censimento è stato realizzato con il contributo della Conferenza episcopale italiana, della Regione Toscana, della Provincia di Pisa, dell’Opera della Primaziale di Pisa. La Soprintendenza archivistica per la Toscana ha approvato la scheda di rilevamento dei dati e segue costantemente la ricerca. Molti di questi archivi parrocchiali – o almeno i fondi parrocchiali delle parrocchie non più presidiate – confluiranno nell’edificio della ex limonaia del palazzo arcivescovile, attuale sede dell’archivio diocesano. Lo stato dell’arte su censimento, riunificazione ed inventariazione dei fondi archivistici delle parrocchie del territorio, è stato fatto in un convegno che si è tenuto mercoledì scorso all’auditorium «Giuseppe Toniolo».Il censimento degli archivi parrocchiali è solo l’ultimo degli interventi realizzati dalla nostra diocesi per tutelare e valorizzare i beni archivistici di suo interesse. Censito, riordinato e schedato su computer l’archivio arcivescovile, sperimentando – in collaborazione con il centro ricerche informatiche per i beni culturali della Scuola Normale Superiore – il software Arianna.Archivio poi trasferito all’ex limonaia del Palazzo arcivescovile, restaurato dall’Opera del Duomo.L’intervento che ha richiesto il maggior impiego delle risorse finanziarie e tecnologiche è stato il censimento e l’indicizzazione informatizzata delle ottomila pergamene appartenenti ai fondi diplomatici conservati presso la Cattedrale di Pisa: anche questo materiale è stato censito, ordinato e trasferito nella nuova sede, condizionato in vaschette e queste in scatole progettate e costruite in materiale speciale adatto alla lunga conservazione di documenti delicati e preziosi come lo sono le pergamene. Oggi, nella sede dell’archivio arcivescovile di Pisa, sono stati depositati anche il Fondo del Capitolo della cattedrale e il fondo dei Battezzieri di Pisa.Da più di sei anni in una sala studio sacerdoti e laici, topi d’archivio e amanti della storia locale, consultano libri e documenti dell’archivio arcivescovile. Grazie alla collaborazione con la rete archivistica provinciale, le scuole di ogni ordine e grado della provincia possono partecipare a laboratori didattici e visite guidate in archivio.