Toscana

Cemento in Val d’Orcia, il parroco chiede una pausa di riflessione

“Una pausa di riflessione e di discussione sulla lottizzazione e sul futuro della nostra comunità”. Con queste parole don Carlo Prezzolini, parroco di Montichiello, si inserisce nella polemica nata intorno al progetto del nuovo insediamento abitativo che dovrebbe sorgere alle porte del piccolo paesino nel comune di Pienza, in Val D’Orcia. In una lunga lettera (che riportiamo integralmente) don Prezzolini, dopo aver ricordato le caratteristiche del paesino, considerato patrimonio unico dall’Unesco, critica l’intervento che inizialmente era previsto per garantire abitazioni ai residenti. Invece, scrive il parroco, “l’insediamento sta crescendo come un villaggio turistico di seconde case inserite male dal punto di vista ambientale, con un indice di cubatura alto e anche brutte dal punto di vista architettonico: più che casali toscani, come recita la pubblicità della società costruttrice, sembrano condomini da periferia cittadina”. La polemica era partita dalla denuncia dell’intellettuale Alberto Asor Rosa che per primo aveva parlato di ‘ecomostro’, attaccando il sindaco di Pienza, Marco del Ciondolo, indipendente di sinistra, sostenitore del progetto. Don Prezzolini considera, “un altro motivo di inquietudine” proprio “la rilevanza dell’intervento, capace di contenere – scrive – tanti abitanti quanti ne ha tutta Monticchiello, campagne comprese, con il rischio di far perdere definitivamente l’identità al paese”. Oltretutto per il parroco “l’intervento sembra aver dato il via ad operazioni simili anche in altri comuni della Val d’Orcia”. L’intervento del parroco di MonticchielloMonticchiello è un antico castello senese, in Val d’Orcia al confine con la Val di Chiana; conserva quasi integra la cinta muraria, con la rocca e le torri, ha una grande e interessante pieve gotica ed un tessuto urbanistico e architettonico medievale armonico. È un paese adagiato intorno alla sommità di un colle, circondato da boschi di cerro, oliveti e campi di cereali che compongono quadri ambientali armoniosi, che ancora più suggestivi nel recente passato, quando le crete erano la caratteristica di fondo del paesaggio.

La situazione sociale non è idilliaca: presenta gravi problemi di spopolamento e di invecchiamento della popolazione, ogni anno le nascite sono circa un quinto delle morti; spesso le rare coppie giovani che si formano vanno a vivere nei paesi vicini, che sono più grandi e che quindi offrono più servizi ed anche case con più possibilità di scelte e a prezzi minori. Ormai la nostra popolazione non supera quota trecento, suddivisi, quasi in parti uguali, fra il borgo murato, la nuova espansione, non bella ma sobria, e la campagna, sempre più ricca di agriturismi. L’antico borgo è in via di spopolamento, mentre crescono le seconde case per vacanze, che raggiungono prezzi molto alti.

Nonostante questi problemi, sempre più acuti, Monticchiello ha fino ad oggi conservato una sua identità e una sua specificità, grazie alla presenza del Teatro povero, che da quaranta anni è elemento di aggregazione e di operosità, e di altre associazioni e realtà presenti, la Filarmonica, l’Arci, la Società sportiva, la Parrocchia.

In questa situazione delicata si sta inserendo, a valle del centro storico proprio all’inizio della via orlata di cipressi che conduce a Montepulciano, una delle strade più fotografate e famose d’Italia, la nuova lottizzazione denunciata come “ecomostro” dal prof. Alberto Asor Rosa. La lottizzazione, approvata dal Comune di Pienza nel 1997, era giustificata dal fatto che doveva servire per nuove case per i residenti; prevista all’inizio per circa 20 abitazioni, suddivise in 11 lotti, una ulteriore variante l’ha portata a circa 90 abitazioni, con la stessa cubatura complessiva.

L’attuazione della lottizzazione sta rivelando come questo strumento fosse molto generico e del tutto improprio per fornire abitazioni ai Monticchiellesi, il nuovo insediamento sta crescendo come un villaggio turistico di seconde case inserite male dal punto di vista ambientale, con un indice di cubatura alto e anche brutte dal punto di vista architettonico: più che casali toscani, come recita la pubblicità della società costruttrice, sembrano condomini da periferia cittadina. Un altro motivo di inquietudine è la rilevanza dell’intervento, capace di contenere tanti abitanti quanti ne ha tutta Monticchiello, campagne comprese, con il rischio di far perdere definitivamente l’identità al paese.

L’intervento sembra aver dato il via ad operazioni simili anche in altri comuni della Val d’Orcia. E’ preoccupante come siano possibili simili operazioni in un’area che dovrebbe essere fra le più protette dell’Italia: inserita nel parco della Val d’Orcia e patrimonio dell’Unesco. Il dibattito su questo villaggio turistico ha ormai assunto dimensioni e rilevanza nazionali ma localmente si presenta povero, inadeguato e con forti connotati ideologici. La Comunità di Monticchiello sta dimostrando di non essere attrezzata per riflettere sul suo presente e per ipotizzare un futuro possibile, forse perché è ancora troppo rivolta verso il suo passato, verso il mondo contadino idealizzato e mitizzato. Mi sembrerebbe opportuna una pausa di riflessione e di discussione sulla lottizzazione e sul futuro della nostra Comunità, ponendo il problema di che tipo di realtà sociale e ambientale vorremmo costruire e ponendo anche il problema del recupero del centro storico a fini abitativi per i residenti.Don Carlo PrezzoliniParroco di Monticchiello