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CELLULE STAMINALI: D’AGOSTINO, PROGRESSO ETICAMENTE COMPATIBILE, MA NON ABBASSARE LA GUARDIA

Una scoperta che dimostra come “molti problemi che la scienza crea è poi la stessa scienza a risolverli, una volta che la si utilizzi a 360°, senza privilegiare alcuni filoni, magari quelli eticamente più problematici”. Nel valutare l’annuncio dei ricercatori americani di aver scoperto cellule staminali pluripotenti nel liquido amniotico, Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale di bioetica, sottolinea che “questa scoperta potrebbe svuotare completamente di rilevanza i problemi in ordine all’uso di embrioni per prelevare da essi cellule staminali”. L’esperto, tuttavia, invita a “a non cadere nella trappola che consiste nell’assolutizzazione dell’idea in base alla quale qualunque tipo di ricerca sia da perseguire, se si ottengono buoni risultati”.

“Se una ricerca scientifica è contraddittoria – ammonisce il giurista – bisogna sempre dire di no, anche se non ci sono tecniche sostitutive ad essa. La bioetica deve valutare eticamente le ricerche scientifiche senza alcuna considerazione di pretesa utilità”. Sì, dunque, al “progresso eticamente compatibile”, come sembra essere il caso della scoperta Usa, “purché però non si cada nell’errore per cui quando mancano ricerche alternative si debba abbassare la guardia e accettare qualunque tipo di ricerca”. Sir