Vita Chiesa
Celam: messaggio al popolo di Dio, «continente in crisi, lottare contro corruzione e custodire la Casa comune»
Nel testo si riafferma anzitutto la «comunione e adesione filiale a Papa Francesco, in modo speciale in questi tempo nei quali alcuni gruppi e interessi particolari rigettano la sua missione come Pastore universale della Chiesa cattolica. La nostra adesione al Papa si concretizza nel rispondere con l’annuncio del Vangelo alle nuove sfide che sorgono in questo cambiamento d’epoca, cercando di promuovere una società più giusta e solidale, a partire dall’opzione preferenziale per i poveri, come Chiesa in uscita, che cammina verso il Regno definitivo. Sempre agiremo in fedele adesione alla persona del successore di Pietro». Un impegno, quello del Celam che verrà portato avanti attraverso le linee pastorali per il prossimo quadriennio approvate in precedenza, le quali prevedono una profonda revisione della stessa struttura dell’organismo ecclesiale. Di conseguenza, non si è steso un Piano pastorale strutturato e organico e non sono state rinnovate le commissioni ed eletti i responsabili. Otto vescovi sono stati invece incaricati di elaborare un progetto di ristrutturazione del Celam.
L’assemblea ha approvato alcune linee d’azione, nelle quali si prevedono numerosi impegni: di carattere generale, per un’autentica conversione secondo quanto previsto dalla Conferenza di Aparecida e dal magistero di Papa Francesco; di carattere strutturale, con una profonda revisione dell’assetto del Celam, chiamato a vivere realmente la sinodalità, ad avere rapporti più stretti con le Conferenze episcopali, ad avere strutture più partecipative e meno clericali; di carattere ecclesiale, come una più ampia visione di missione e un’attenzione per la formazione di leader, soprattutto nel campo della dottrina sociale; di carattere politico, con l’attenzione alla formazione di nuovi leader cristiani e con l’allarme per l’indebolimento delle democrazie in molti contesti.
L’assemblea si è trovata inoltre d’accordo nell’iniziare a pensare alla celebrazione della sesta Assemblea generale dell’Episcopato latinoamericano e del Caribe.
«Constatiamo in tutta l’America Latina e nel Caribe la crescita di una crisi etica, politica, economica e culturale, alla cui radice scorgiamo una frattura antropologica che si manifesta in molti modi», si legge ancora nel Messaggio al popolo di Dio. Sono numerosi gli esempi fatti nel messaggio, tra cui «il machismo che ferisce la dignità della donna» e «le migrazioni obbligate per la povertà e la violenza». Di fronte a esse, scrivono i vescovi, «assumiamo i quattro verbi con i quali Papa Francesco orienta l’attenzione ai migranti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare». L’elenco prosegue con le «ideologie disumanizzanti che debilitano la ricerca del bene comune, l’esercizi delle libertà e il riconoscimento dei diritti umani. Queste ideologie spesso arrivano a sacrificare i più poveri, favorendo l’aumento di diseguaglianze che sono inaccettabili. Abbracciamo il dolore dei popoli e delle chiese che attualmente stanno soffrendo di più: Venezuela, Nicaragua e Haiti».
Un paragrafo ulteriore viene dedicato dal documento alla necessità di lottare «contro la corruzione», profondamente radicata nelle strutture sociali, economiche e politiche dei Paesi latinoamericani, a partire da «un cambiamento di mentalità». Un altro punto del messaggio è incentrato sulla «cura della Casa Comune», e sulla «preoccupazione e impegno a favore dell’ecologia integrale». Per questo, i vescovi latinoamericani manifestano la propria «comunione» rispetto al Sinodo per la Panamazzonia del prossimo ottobre.
La Presidenza del Celam conclude impegnandosi a collaborare per «una società più giusta e solidale», nella vicinanza al popolo e in particolare ai poveri, alle donne e ai giovani.