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CEI, PROLUSIONE CARD. RUINI: NON SCHIERATI IN POLITICA, MA MA DECISI A DIFENDERE VITA E FAMIGLIA
Le notizie che giungono dalle aree più a rischio mostrano quanto sia necessario e urgente l’impegno per la pace, ha detto ancora il card. Camillo Ruini che nella sua prolusione al Consiglio permanente della Cei ha affrontato anche i nodi e le difficoltà che si sono addensati negli ultimi anni sulla scena internazionale. Il primo riferimento è alla situazione in Iraq dove ancora molto si fatica per trovare una forma di equilibrio, coesistenza e collaborazione tra le diverse componenti della popolazione.
Desta preoccupazione anche l’esito delle elezioni del 25 gennaio per il Parlamento palestinese che ha suscitato ulteriori incognite sul percorso che deve condurre alla coesistenza pacifica tra lo Stato d’Israele e il Popolo palestinese. Ruini ha parlato anche dei programmi nucleari dell’Iran e passando per la Nigeria e le Filippine ha ricordato la difficile situazione dei cristiani in vari Paesi a dominanza musulmana, o anche retti da sistemi politici avversi alla religione: sono gravi e urgenti dunque ha detto Ruini – i motivi per cercare di costruire, o ripristinare, forme di convivenza civile e di collaborazione, nel rispetto reciproco e nel riconoscimento sincero della libertà di religione. Le stesse nazioni occidentali sono chiamate a prestare più grande e concreta attenzione a queste problematiche, nelle quali sono in gioco fondamentali diritti umani.
Affrontando poi il vivace dibattito che si è sviluppato nelle ultime settimane su un eventuale insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche, il presidente della Cei ha commentato: Vale per tutti il diritto alla libertà religiosa e quindi in linea di principio non appare impossibile l’insegnamento della religione islamica. A patto però che vengano rispettate alcune fondamentali condizioni, che valgono nei confronti di ogni insegnamento nelle scuole pubbliche italiane.
Sembra utile – ha detto Ruini – aggiungere qualche precisazione. Ciò che preme è che l’insegnamento di qualsiasi materia non sia in “contrasto nei contenuti rispetto alla nostra Costituzione, ad esempio riguardo ai diritti civili, a cominciare dalla libertà religiosa, alla parità tra uomo e donna e al matrimonio. Riguardo poi al mondo musulmano ha proseguito Ruini – manca finora un soggetto rappresentativo dell’Islam che sia abilitato a stabilire con lo Stato italiano un accordo in merito; bisognerebbe inoltre assicurarsi che l’insegnamento della religione islamica non dia luogo di fatto a un indottrinamento socialmente pericoloso.
Prolusione del card. Ruini al Consiglio permanente Cei (20 marzo 2006)