Vita Chiesa
Cei, domani iI Report nazionale sulle attività di tutela dei minori nelle diocesi italiane
Oltre a perseguire senza incertezze e con la massima severità questi reati, è necessario consolidare una cultura della tutela dei minori che passi dal proteggere i minori come reazione al crimine e presa di coscienza del danno arrecato (child protection) ad un’azione pro-attiva volta a costruire ambienti che ne promuovano e salvaguardino la dignità e il bene relazionale (child safeguarding).La Chiesa, che da secoli e con generosità di persone e istituzioni si occupa dei più piccoli, vuole spendersi su questo fronte con il massimo impegno attraverso un gigantesco sforzo formativo che coinvolga tutti gli operatori pastorali e le comunità ecclesiali.Una delle cinque linee di azione approvate dalla 76ª Assemblea generale, inoltre, riguarda l’impegno ad implementare la costituzione dei Centri di ascolto: un servizio ecclesiale e pastorale con lo scopo di accogliere, ascoltare, accompagnare coloro che ritengono di essere stati vittima di abusi in ambito ecclesiale, avvenuti anche nel passato, e che vogliono consegnare il racconto della loro sofferenza, segnalare l’abuso subito e chi ne è stato responsabile.Attualmente sono presenti nel 70% delle diocesi italiane.Non vi è una copertura totale delle diocesi poiché alcune sono molto piccole e non è facile trovare le persone disponibili a svolgere il delicato servizio pastorale di accoglienza e ascolto. D’altra parte nelle piccole diocesi, dove è più facile che tutti conoscano tutti, le vittime di abusi o chi desidera segnalarne possono sentirsi scoraggiate a rivolgersi al Centro di ascolto locale, preferendo piuttosto quello di una diocesi vicina.