Vita Chiesa
CEI: CONVEGNO ANIMATORI COMUNICAZIONE E CULTURA; L’IDENTIKIT DELL’ANIMATORE
“L’animatore non è un dubitoso claudicante, ma uno che si interroga, uno sempre attento a non identificare la propria parola con la Parola di Dio, ma pur consapevole di dovere in timore et tremore testimoniare e proclamare la Parola di Dio”. E’ quanto ha detto mons. Sergio Lanza, dell’università Lateranense di Roma al convegno nazionale “Animatori della comunicazione e della cultura con il genio della fede in un mondo che cambia” promosso dagli uffici Cei per le Comunicazioni sociali e per il Progetto culturale che si è aperto oggi a Roma (fino al 19). Nel corso del suo intervento mons. Lanza ha evidenziato alcuni tratti dell’animatore rifacendosi direttamente al recente documento dei vescovi italiani, Comunicazione e missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella Chiesa’.
“L’animatore ha detto – non è un tuttofare ma ha precise e specifiche competenze. E’ uno specialista”. Tra i suoi pregi, quello di “non essere un imbonitore e nemmeno un tecnico delle sollecitazioni di massa ma un esperto in umanità relazionale, un leader e un garante che non si appropria del gruppo e dell’attività”. L’interdipendenza tra cultura e comunicazione, ad avviso di Lanza, spalancano “nuovi orizzonti all’azione pastorale e chiamano in campo specifici operatori qualificati” nell’ambito della cultura e della comunicazione. Ma perché sia “un attore pastorale competente deve sapere anche lavorare in équipe e in rete”. E’, infatti, impossibile immaginare “un animatore isolato e dotato di tutte le competenze necessarie”.