Vita Chiesa

CEI, CONSIGLIO PERMANENTE, MONS. BAGNASCO: L’ATTENZIONE PER LA FAMIGLIA NON È SBILANCIATA NÉ UNILATERALE

È “l’intenzione spirituale e pastorale” che spinge i vescovi italiani a parlare di famiglia. “La nostra attenzione verso questo fronte decisivo dell’esperienza umana non è in alcun modo sbilanciata né tanto meno unilaterale”, ha affermato mons. Bagnasco nella prolusione al Consiglio episcopale permanente. “Il mio arrivare ora alla guida della Cei – ha sottolineato – mi induce a testimoniare la preoccupazione per nulla politica, ma eminentemente pastorale che ha mosso ieri e muove oggi i vescovi su questo tema fondamentale per l’individuo, per la società e il suo futuro”. Non è argomento nuovo per la Chiesa: “Noi da sempre annunciamo e serviamo il disegno che il Redentore ha sulla famiglia cristiana e la dinamica sacramentale che vi è connessa, e dunque anzitutto il matrimonio elevato alla dignità di sacramento”. “Sappiamo bene – ha rilevato mons. Bagnasco – che, anche per effetto di una qualificazione della proposta cristiana, il numero dei matrimoni celebrati con rito religioso va contraendosi. I nostri parroci concordano con noi nel voler fare le cose in modo sensato, ma questo rileva la serietà complessiva con cui la comunità cristiana si approccia alla famiglia, riconoscendo anzitutto al matrimonio cristiano il suo primato di grazia e di responsabilità”.

“Come può l’insistente parlare del Papa e dei vescovi a questo riguardo essere interpretato come un sopruso, o come un’invadenza di campo, o come un gesto indelicato se non spropositato? O addirittura come una ricerca di potere temporale?”. Con queste parole mons. Bagnasco ha risposto a quanti accusano la Chiesa di ingerenza politica sul tema della famiglia. Mentre così non è: “Se la Chiesa cercasse il potere, basterebbe imboccare la via facile dell’accondiscendenza”, ha detto, rilevando che “è del tutto evidente che quando Benedetto XVI ricorda l’unicità irripetibile della famiglia, lo fa perché, nonostante la crisi profonda che essa attraversa e le molteplici sfide che essa deve affrontare, tutti si sappia adeguatamente difenderla, aiutarla, tutelarla e valorizzarla per il bene concreto, attuale e futuro, dell’umanità”.

All’interno della tutela della famiglia si colloca la riflessione sui “Dico”. “Apprezzo quanto da parte cattolica è stato fatto, impegnandomi ad assumerlo e a svilupparlo”, ha affermato mons. Bagnasco, rilevando da una parte “la convergente, accorata preoccupazione espressa dai vescovi su questo disegno legislativo inaccettabile sul piano dei principi, ma anche pericoloso sul piano sociale ed educativo”, e dall’altra “la preoccupazione che lo stesso provvedimento ha suscitato in seno al nostro laicato, nelle parrocchie come nelle aggregazioni”. Riguardo al “family day”, il presidente della Cei ha ricordato come sia nato “proprio dall’interno delle aggregazioni laicali”, segno di un “dinamismo volto al bene comune” che i vescovi apprezzano e incoraggiano. Mentre, per quanto riguarda l’istituzione ecclesiastica, mons. Bagnasco ha richiamato l’impegno del Consiglio permanente a mettere a punto, in questa sessione, “una nota pastorale che, ponendosi sulla stessa linea di ciò è stato fatto in passato in altre cruciali evenienze, possa essere di serena, autorevole illuminazione sulle circostanze odierne”.

SirProlusione di mons. Bagnasco al Consiglio permanente Cei (Roma 26-29 marzo 2007)