Vita Chiesa

CEI, COMUNICATO FINALE: NON COINVOLGIMENTO NON E’ DIASPORA DEI CATTOLICI

“Risvegliare negli adulti la passione educativa”, perché “enza riferimenti credibili e modelli avvicinabili è impossibile strutturare personalità mature sul piano umano e spirituale” È uno degli impegni prioritari della Chiesa italiana, come scrivono i vescovi nel comunicato finale del Consiglio permanente della Cei (testo integrale su www.agensir.it), svoltosi a Roma dal 10 al 13 marzo. La Chiesa, si legge nel testo presentato oggi ai giornalisti, “nella sua dimensione più autentica, non è mai pienamente misurabile attraverso ricerche sociologiche o rilevazioni demoscopiche”. Di qui la consonanza dei presuli col “richiamo esplicito” alla “Chiesa del profondo”, fatto dal card. Bagnasco nella prolusione, che costituisce lo “sfondo” del “tradizionale” impegno educativo della Chiesa, “quanto mai urgente oggi” soprattutto verso i giovani e gli adolescenti – “la fascia più esposta al disorientamento” – a fronte di “una società che non sembra più capace di assicurare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico della persona”. Tra le priorità indicate dalla Cei, aiutare i giovani a “diventare protagonisti nella Chiesa e nella società”, valorizzando “il ruolo peculiare e irrinunciabile della famiglia nell’educazione dei figli”, e “prestare un’attenzione specifica alla scuola”, come “luogo dove è possibile incontrare tutti i ragazzi e i giovani, non solo quelli che frequentano la comunità ecclesiale”.

“Intercettare la sete di Dio che, seppur velata, continua a crescere nella cultura del nostro tempo, solo in superficie agnostica o distratta”. Questo l’intento della “Lettera ai cercatori di Dio”, discussa nell’ultimo Consiglio permanente della Cei. L’iniziativa, spiegano i vescovi nel comunicato finale dell’assiste episcopale, attraverso uno “stile colloquiale” vuole “rendere ragione della speranza cristiana a quanti sono disposti a lasciarsi interpellare dalla proposta evangelica”. In realtà, è l’analisi della Cei, “esistono e anzi si amplificano nel cuore della gente domande che chiedono di essere chiarite e appagate e che, al di là delle apparenze, uniscono nel profondo”: non solo in “quelle persone inquiete e in stato di ricerca presenti negli ambienti più acculturati”, ma anche in “quanti ricominciano a desiderare una pratica fedele, dopo anni di lontananza o di generica appartenenza”, e in coloro che “intendono reagire a un materialismo che ha mostrato il suo volto tragicamente effimero”. In questa prospettiva, la riproposta dell’annuncio cristiano per i vescovi “è un dono prezioso, che fa emergere come il Dio di Gesù Cristo non sia solo la risposta alle nostre domande, ma anche il superamento di ogni attesa umana”. Non per fare di Gesù un “tappabuchi”, ma per comprendere “come in Dio, grazie all’evento personale di Gesù Cristo, si integrino libertà e felicità”.

La sanità costituisce “un tema di scottante attualità, destinato a condizionare in futuro anche le scelte politiche”. E’ quanto scrivono i vescovi nel comunicato finale dell’ultimo Consiglio permanente diffuso oggi, ribadendone la “centralità” tra le opzioni pastorali della Chiesa italiana. “A nessuno sfugge – fanno notare i presuli – la necessità e l’importanza del ruolo svolto dalle istituzioni sanitarie e socio-sanitarie cattoliche nell’opera di evangelizzazione e di cura pastorale”, che “secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà, costituiscono uno speciale contributo della Chiesa al bene del Paese”. È stata questa, del resto, “una delle forme storiche” della testimonianza cristiana, oggi per la Cei “messa in questione da due fattori”: da un lato, “le ben note difficoltà di ordine economico legate non solo alla difficile congiuntura, ma anche a una perdurante diffidenza verso le strutture ecclesiastiche, di cui si misconosce talora la produttività e la qualità dei servizi erogati”. D’altro lato, “pesano la carenza di vocazioni negli istituti religiosi, l’esiguità delle risorse finanziarie e una certa ritrosia a promuovere forme di collaborazione reciproca e di coinvolgimento delle Chiese particolari”. La prossima Assemblea della Cei si terrà a Roma, dal 26 al 30 maggio.

La “linea di non coinvolgimento in alcuna scelta di schieramento politico o di partito”, non comporta la “diaspora culturale dei cattolici”, ma costituisce “un compito della più grande importanza” non solo in rapporto “alle grandi sfide” come guerra e terrorismo, ma anche rispetto al “rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla”. A ribadirlo, nel comunicato finale del Consiglio permanente diffuso oggi, sono i vescovi che, condivisa l’analisi offerta nella prolusione del card. Bagnasco, evidenziano “ulteriori gravi fenomeni di degrado sociale, fra cui spicca oggi la piaga degli incidenti sul lavoro, il dilagare dell’usura e il carattere pervasivo delle infiltrazioni mafiose in molte aree del Paese”. Il Consiglio permanente ha espresso inoltre “apprezzamento e sostegno” all’iniziativa del Forum Associazioni familiari per “un fisco più giusto in ordine alla famiglia, richiamando la necessità di proporre a tutti nuovi stili di vita che si facciano carico dei problemi dell’equità sociale e della sostenibilità ambientale”.

Sir