Vita Chiesa
Cei, comunicato finale Cep: appello al governo per le scuole cattoliche
«Il Consiglio – informa il comunicato – ha approvato una Nota pastorale – curata dalla Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università – dal titolo ‘La scuola cattolica, risorsa educativa della Chiesa locale per la società’. Il testo vede la luce in un contesto gravido di preoccupazioni sul futuro stesso di molte scuole cattoliche: pesano i tagli dei finanziamenti e la mancanza di un autentico sostegno nella linea della sussidiarietà; pesano le riduzioni di personale religioso e le difficoltà a promuovere una proposta più unitaria tra le diverse realtà; soprattutto – hanno evidenziato i vescovi – pesano pregiudizi e resistenze che riducono a enunciato puramente nominale il riconoscimento della parità scolastica».
«Queste difficoltà – hanno rilevato i vescovi – permangono, nonostante la funzione assicurata dalle scuole cattoliche rappresenti per l’amministrazione statale un significativo risparmio anche sul piano economico: le sovvenzioni pubbliche di cui esse sono destinatarie rimangono lontane da quelle di cui beneficiano gli altri istituti; paradossalmente, in Paesi più ‘laici’ – quali, ad esempio, la Francia – il sostegno è significativamente maggiore». Nel comunicato del Cep vengono sottolineati «i valori della scuola cattolica: l’originalità di una proposta culturale che muove da un progetto educativo, raccoglie con responsabilità le sfide del tempo presente e forma le giovani generazioni alla vita futura». E questo viene fatto «con una proposta di qualità che è a vantaggio di tutta la collettività e che si esprime nell’attenzione alla persona; nella preparazione di programmi rispondenti al bisogno culturale e professionale, che agevola significativamente anche gli sbocchi occupazionali; nelle motivazioni e nelle competenze del suo personale». Per questo il Consiglio permanente, «oltre ad approvare la Nota pastorale, rilancia con forza al Governo la richiesta di politiche coerenti, che garantiscano finanziamenti certi e in prospettiva pluriennale, recuperando da subito l’intero fondo destinato alle paritarie e poi in parte reso indisponibile dal patto di stabilità».