Vita Chiesa

CEI, CARD. RUINI: «DAL PAPA LA PIATTAFORMA FONDAMENTALE PER LA CHIESA ITALIANA»; IL PUNTO SUL DOPO-VERONA

Riflettere insieme sull’esperienza del Convegno ecclesiale decennale di Verona e “mettere a punto le indicazioni che ne sono emerse, in vista dell’evangelizzazione e del bene complessivo della nostra amata Nazione”: è l’impegno principale che il card. Camillo Ruini ha indicato nelle prime righe della prolusione al Consiglio permanente della Cei, che si è aperto oggi pomeriggio a Roma. Ringraziando il Papa per la sua presenza a Verona e, in particolare, per il discorso del mattino “con il quale egli ci ha offerto la piattaforma fondamentale per la vita e la testimonianza delle nostre Chiese nei prossimi anni”, Ruini ha proseguito sottolineando “l’esito estremamente positivo” del viaggio papale in Turchia, come pure le importanti sottolineature nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace a proposito dei due diritti, alla vita e alla libertà religiosa, definiti “di primaria importanza per la costruzione della pace”. Il presidente dei vescovi italiani ha anche messo in luce l’evidenza data da Benedetto XVI, nel recente discorso al Corpo Diplomatico, circa lo “scandalo della fame” definendolo “sempre più inaccettabile” in un mondo “che dispone dei beni, delle conoscenze e dei mezzi per porvi fine”.

Sempre riferendosi al Papa, il presidente della Cei ha portato l’attenzione alla prima parte di un libro, dedicato a “Gesù di Nazareth”, al quale il Pontefice sta lavorando dall’estate 2003 e che sarà tra poco in libreria. “Con questo lavoro, che attendiamo con gioia un po’ impaziente – ha detto Ruini – Benedetto XVI intende superare quella separazione tra il Cristo della fede e il reale Gesù storico che l’esegesi basata sul metodo storico-critico sembra aver reso sempre più profonda, con la conseguenza di allontanare da noi la figura stessa di Gesù, provocando una situazione drammatica per la fede, perché rende incerto il suo autentico punto di riferimento”. Dopo aver ricordato che il “cammino verso la piena unità dei cristiani – pur lungo e non facile – non smetta di progredire”, il presidente dei vescovi italiani ha rivolto un pensiero di “vicinanza fraterna” ai vescovi e alla Chiesa di Polonia “in questo tempo di dura e per tanti aspetti ingiusta prova. Non dimentichiamo – ha aggiunto – ciò che l’eroica fede del clero e del popolo polacco ha rappresentato per il bene della Chiesa universale, oltre che per la liberazione dell’Europa dal totalitarismo comunista”.

Riflettendo sui contenuti emersi dal Convegno di Verona, il card. Ruini ha notato anzitutto che “l’articolazione in cinque ambiti di esercizio della testimonianza (vita affettiva, lavoro e festa, fragilità, tradizione, cittadinanza, ndr) ciascuno dei quali assai rilevante nell’esperienza umana e tutti insieme confluenti nell’unità della persona e della sua coscienza, hanno rappresentato una novità assai significativa e ricca di potenzialità per la metodologia e l’impostazione complessiva della nostra pastorale”. Ha poi notato che la stessa pastorale, “per l’attuale contesto sociale e culturale, e più profondamente per corrispondere meglio all’indole stessa dell’esperienza cristiana, deve essere caratterizzata da una primaria attenzione alla persona e alla sua concreta situazione di vita, con i rapporti, gli affetti, gli interessi, le attese, le difficoltà e le preoccupazioni che la formano e la plasmano. Si tratta ora di accompagnare e sostenere, con gradualità ma anche con convinzione, l’affermarsi e il diffondersi a livello capillare di una tale impostazione della pastorale, che sta già trovando da molte parti un’accoglienza favorevole”. Sir

Prolusione card. Ruini al Consiglio permanente Cei (22 gennaio 2007)