Con 110 voti a favore, 5 contrari e 10 astenuti, oggi l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha ratificato la richiesta del Consiglio nazionale palestinese (Cnp) di poter partecipare ai lavori, alle riunioni e ai dibattiti dell’istituzione europea in qualità di osservatore – anche se in questo caso la dizione ufficiale è Partner per la democrazia – come Usa, Giappone, Canada, Messico, Israele e Santa Sede. Grande soddisfazione per i palestinesi, che considerano questa nuova situazione come la prima tappa per un riconoscimento della loro entità. Il relatore dell’istanza palestinese, il parlamentare olandese Tiny Kox, ha affermato che la concessione dello statuto crea nuove opportunità per la popolazione palestinese e potrebbe essere considerato come parte della la primavera araba. Di decisione storica che potrà contribuire a ristabilire la pace nella regione parla il portavoce del Cnp, Salim Al Zànoon. Da questo momento una delegazione palestinese di sei membri eletti potrà intervenire in Assemblea e in molte commissioni parlamentari e proporre argomenti di dibattito, ma senza diritto di voto. In contropartita i palestinesi debbono impegnarsi a difendere i valori espressi dal CdE, a indire elezioni libere e democratiche e a lavorare per l’abolizione della pena di morte.Ulteriori condizioni imposte da Strasburgo alla Palestina in cambio del riconoscimento di Partner per la democrazia sono la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit sequestrato due anni fa, il rifiuto della violenza e del terrorismo, il riconoscimento del diritto di Israele ad esistere. Entro due anni l’Apce verificherà i progressi effettivamente compiuti in questi ambiti. Giovedì è previsto l’intervento di Abu Mazen davanti all’Assemblea di Strasburgo. A godere del medesimo statuto di Partner per la democrazia è, dallo scorso mese di giugno, il parlamento del Marocco. (Sir)