In Europa c’è un chiaro decremento demografico. Si legge nel messaggio finale della 40ª Assemblea generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), che si è tenuta a Zagabria (Croazia). Su di esso ha sicuramente un influsso il tipo di politiche familiari che i diversi Paesi stabiliscono, ma ciò non pare sufficiente per spiegare la pesante e generalizzata denatalità che viene qualificata come inverno demografico’. Il clima culturale diffuso, infatti, incide non poco sui comportamenti personali e sociali. Da parte dei cattolici, si legge nel messaggio finale, è necessario crescere in una fede più consapevole e documentata per poter valutare con senso critico la cultura dominante che ha messo in discussione valori come la vita umana dall’inizio al tramonto naturale, la persona nella sua struttura oggettiva, la libertà come responsabilità morale, la fedeltà, l’amore, la famiglia. È seriamente preoccupante, ad esempio, il dibattito di questi giorni presso il Consiglio d’Europa, che vuole limitare il diritto all’obiezione di coscienza del personale medico per rendere più facile l’accesso all’aborto. Perciò, oltre a tenere ben radicata e viva la fede, c’è bisogno di credere nella capacità della ragione di scoprire la verità delle cose in se stesse e dell’etica. La sostanziale sfiducia verso la ragione umana prosegue il messaggio finale – sembra caratterizzare la cosiddetta post-modernità. La presenza della Chiesa cattolica, in questo contesto, deve essere ispirata dalla speranza: la nostra speranza è Gesù Cristo, e deve saper cogliere i segni di attenzione e fiducia, anche se espressi in forma riservata. Siamo convinti che la coscienza umana è capace di aprirsi ai valori presenti nella nostra natura creata e redenta da Dio per mezzo di Gesù Cristo. La Chiesa, consapevole della sua missione di servire l’uomo e la società con l’annuncio di Cristo, ricorda le implicazioni antropologiche e sociali che da Lui derivano. Perciò non cessa di affermare i valori fondamentali della vita, del matrimonio fra un uomo e una donna, della famiglia, della libertà religiosa e educativa: valori sui quali s’impianta ed è garantito ogni altro valore declinato sul piano sociale e politico. Le molte famiglie che accolgono la presenza di Gesù e vivono secondo la verità della famiglia, non cessano di dare testimonianza della bellezza e della corrispondenza al cuore dell’uomo di quanto la Chiesa proclama mostrando che è possibile vivere in famiglia come Cristo invita. Nell’Assemblea è emerso poi in tutta la sua urgenza il compito educativo secondo il millenario Durante i lavori è stato accolto all’unanimità il desiderio di mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei latini, di seguire più attentamente i lavori delle assemblee plenarie del Ccee come ordinario per i cattolici di rito latino di Cipro. Il patriarca di Gerusalemme, quindi, parteciperà in qualità di invitato permanente. Inoltre, l’assemblea ha approvato all’unanimità la realizzazione di un portale informativo europeo del Ccee e la realizzazione di un intranet europeo con lo scopo di migliorare la collaborazione tra le varie Conferenze episcopali in Europa. Nel corso dell’assemblea plenaria è stato approvato un nuovo regolamento per le commissioni Ccee: per la Ceem (Commissione episcopale europea per i media); la commissione Caritas in Veritate; la commissione Catechesi, scuola e università e il Servizio europeo per le vocazioni (Evs). Si è parlato poi del dialogo con la Conferenza delle Chiese europee (Kek) e dei lavori del Comitato congiunto Ccee-Kek. L’assemblea ha discusso anche della questione zingari e, precisa la nota, i presidenti concordano sul fatto che i governi definiscano una loro propria politica d’immigrazione ma s’interrogano anche su cosa la Chiesa può e deve fare per migliorare il dialogo tra esigenze pastorali, diritti di una comunità e le necessità della politica. È stata presentata, inoltre, la struttura e le attività dell’Osservatorio su casi di discriminazione ed intolleranza verso i cristiani in Europa. Infine, considerando il dialogo con l’Unione europea introdotto da mons. André Dupuy, nunzio apostolico presso l’Ue, e mons. Piotr Mazurkiewicz, segretario generale della ComECE, i presidenti ritengono importante che le Conferenze episcopali si facciano sempre più carico delle problematiche europee per il bene dei propri paesi. Allo stesso tempo, conclude il comunicato, hanno potuto anche apprezzare le molteplici attività e i numerosi ambiti di impegno in cui è coinvolta la ComECE.Sir