Vita Chiesa
CCEE: INCONTRO PORTAVOCE; COSÌ LA CHIESA SUI MEZZI DI COMUNICAZIONE
Scandali da gestire, dichiarazioni sulla vita e per la famiglia da promuovere nella loro giusta dimensione, eventi da sostenere e soprattutto l’impegno a curare l’immagine di una Chiesa che vive ed opera per il bene della società. E’ questo il lavoro del portavoce delle Conferenze episcopali. Il quadro emerge dallo scambio di esperienze professionali che si è tenuto questa mattina a Roma tra gli addetti stampa delle diverse Conferenze episcopali europee nell’ambito dell’incontro promosso dal Ccee. La prima a prendere la parola è stata Brenda Drumm dell’ufficio comunicazioni della Conferenza episcopale irlandese. Non abbiamo problemi ad andare sulle prime pagine dei giornali racconta – quando ci sono scandali che coinvolgono la Chiesa ma quando dobbiamo rendere conto di un lavoro pastorale o della vita ordinaria della Chiesa non riusciamo ad avere alcun spazio sui media. Anche in Cecchia l’interesse dei media per la Chiesa ruota per lo più in caso di tematiche conflittuali come sacerdoti che lasciano il loro magistero o per il calo delle vocazioni.
La situazione in generale negli ultimi mesi riferisce Irena Sargankova è influenzata dal disegno di legge varato su proposta del governo per risolvere il vecchio problema del risarcimento alla Chiesa dei beni ecclesiastici. Il problema è che questa cosa sta generando nell’opinione pubblica l’impressione di una Chiesa che vuole essere ricca. Le difficoltà – prosegue il collega austriaco Erich Leitenberg si registrano soprattutto quando la Chiesa interviene nel dibattito pubblico su aborto e famiglia. In questi casi i giornali nutrono quasi sempre il sospetto che la Chiesa si schieri sempre contro il progresso, ponendosi su posizioni conservatrici. E’ difficile far capire che il contributo della Chiesa per un umanesimo integrale possa conciliarsi con la difesa del diritto alla vita, soprattutto quella indifesa, e della famiglia fondata sul matrimonio e cioè su un rapporto stabile tra uomo e donne. I media prosegue lo svizzero Walter Muller ricercano tutte le posizioni della Chiesa che sono compatibili con ciò che può far piacere all’opinione pubblica, come le dichiarazioni a favore dell’ambiente. Il dialogo diventa più difficile quando la Chiesa difende le posizioni bioetiche o quando interviene nei dibattiti sull’eutanasia. A fianco delle difficoltà, tante sono state le esperienze positive raccontate: la battaglia portata avanti in Parlamento Europeo dalla Chiesa cattolica di Romania per la salvaguardia della cattedrale di Bucarest che ha dato l’immagine reale di una Chiesa che si occupa della città. Oppure l’eco addirittura europeo che ha avuto in dicembre la manifestazione per la famiglia a Madrid che ha visto scendere in piazza due milioni di persone.C’è anche la testimonianza ecumenica data sui media greci dai rappresentanti della Chiesa cattolica in memoria dell’arcivescovo Christodoulos. Infine l’addetto stampa della Conferenza episcopale slovacca, Kozef Kovacik ha dato la notizia della nascita due mesi fa della Tv Lux, televisione via satellite e via cavo, un progetto nato su iniziativa della Conferenza episcopale, dei salesiani e della Lux Comunication. Due ha concluso don Domenico Pompili della Conferenza episcopale italiana le derive cui sono soggetti i media: la spettacolarizzazione e la politicizzazione degli eventi. Dentro queste due derive cade di tutto e quindi anche la Chiesa. Secondo poi il rappresentante italiano bisogna trovare il linguaggio giusto per far capire alla gente che per la Chiese le questioni di etica sociale ed individuale non sono separabili.