Sì ad una formazione adeguata degli imam, istituendo cattedre di teologia islamica nelle università europee e sì all’insegnamento anche della religione islamica nelle scuole pubbliche. Lo affermano i delegati delle Conferenze episcopali per i rapporti con i musulmani in Europa in un comunicato finale diffuso oggi al termine di un incontro di lavoro che su iniziativa del Ccee (Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa), si è svolto a Torino dal 31 maggio al 2 giugno. La Chiesa si legge – segue con interesse le aspettative e le iniziative che stanno sorgendo in seno alle comunità musulmane finalizzate a fornire ai propri responsabili religiosi imam, insegnanti una formazione teologica e culturale adeguata a svolgere con efficacia il loro ruolo religioso in contesto europeo; auspica che tali iniziative inclusa l’istituzione di cattedre di Teologia Islamica nelle Università nei paesi in cui la teologia è disciplina presente nel sistema universitario possano essere organizzate, con i dovuti adattamenti, secondo lo schema giuridico dei rapporti esistenti tra Stato e Chiesa. In questa prospettiva la Chiesa vede in modo positivo che l’insegnamento confessionale della religione nella scuola pubblica possa includere anche altre tradizioni religiose, tra cui l’Islam, tenendo fermi i requisiti previsti nei diversi Stati per lo svolgimento di tale funzione.L’Europa può favorire la nascita di un Islam più prettamente religioso che politico. Per questo motivo la Chiesa cattolica segue con interesse e particolare attenzione le dinamiche dell’inserimento dei residenti e cittadini di religione musulmana nel contesto europeo, sia a livello individuale sia comunitario, si legge nel comunicato finale. Si tratta di un processo complesso e non privo di contraddittorietà affermano i delegati nel comunicato -, in cui emerge la sfida, che diviene realtà, della progressiva inculturazione dell’islam in Europa, con la conseguente manifestazione della sua dimensione più prettamente religiosa e morale, piuttosto che politica. Tutte le iniziative culturali e teologiche che sono espressione di quella che viene denominata teologia dell’inculturazione’, sono seguite con forte interesse in quanto aprono e consolidano processi di partecipazione positiva alla vita sociale e culturale europea, in un contesto pluralista, aperto al dialogo interreligioso e interculturale.Dai delegati per i rapporti con i musulmani in Europa arriva anche un invito a superare le categorie di paura e ostilità nei confronti dell’Islam. I delegati hanno espresso una valutazione critica del termine islamofobia’, utilizzato per interpretare le reazioni di ostilità all’islam presenti nella società europea, preferendo utilizzare piuttosto le categorie di paura’ e ostilità’. I delegati confermano l’impegno della Chiesa a contribuire a superare tali reazioni che conducono all’intolleranza e nello stesso tempo esortano i musulmani a sviluppare rapporti positivi e trasparenti nei diversi contesti così da sconfessare tali interpretazioni. Ed aggiungono che cristiani e musulmani sono chiamati ad accogliere tre sfide: la sfida dell’identità (sapere e accettare quello che noi stessi siamo); la sfida dell’alterità (le nostre differenze non devono portare all’odio, ma considerarsi fonte di arricchimento reciproco); la sfida della sincerità, che implica manifestare la propria fede senza imporla in un contesto pluralista e in prospettiva dialogica. (Fonte: Sir)