Un appello al rispetto della libertà religiosa in Europa. A lanciarlo è stato questo pomeriggio il card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee, intervenendo a Strasburgo presso il Consiglio d’Europa ad una tavola rotonda dedicata all’insegnamento della religione in Europa. L’idea laicista ha detto il cardinale – che intende imporre la sua concezione della religione affermando che essa deve rimanere un affare privato, non rispetta l’aspetto comunitario della libertà e pertanto nega qualcosa che è costitutivo della religione stessa. In fondo, affermare che la religiosa sia unicamente una affare privato vale a dire che Dio, se esiste, non ha nulla a che vedere con la vita sociale. L’arcivescovo aggiunge: In termini democratici, si può sostenere che la convinzione agnostica di una persona deve essere rispettata quanto le convinzioni religiose, a causa della libertà e dignità della persona umana. In questo contesto, si inserisce l’insegnamento della religione. Proposta ha sottolineato il cardinale che riveste una dimensione propriamente culturale. Pertanto, spetta al singolo valutarla, e poi accettarla o rifiutarla liberamente.In un’epoca ha proseguito il card. Erdő in cui in molti percepiscono i segni di una crisi, non soltanto economica o finanziaria, ma soprattutto di valori e di senso della vita, l’educazione religiosa può giocare un ruolo decisivo. Ecco perché la Chiesa considera suo dovere continuare ad educare i giovani, facendo tutto il possibile per dar loro un’istruzione di alto livello. Se la religione è connaturale alla vita degli uomini, allora l’insegnamento della religione deve essere presente laddove si fa educazione, e quindi nelle scuole e in tutti gli areopaghi del mondo attuale. Noi siamo convinti che il contributo delle religioni in generale, e della religione cattolica in particolare, dia alla vita una prospettiva nuova ed un orizzonte più vasto, rendendola più umana e capace di generare una società più solidale e ricca di speranza. (Sir)