(Vilnius) Una trentina di segretari generali delle Conferenze episcopali d’Europa a Vilnius per parlare e confrontarsi sulla nuova evangelizzazione e sulla comunicazione nella e della Chiesa in Europa. L’incontro si è aperto ieri sera nella capitale della Lituania e a fare gli onori di casa è stato il card. Audrys Juozas Bačkis, arcivescovo di Vilnius e presidente Conferenza episcopale lituana. Sono convinto ha detto mons. Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, che promuove l’incontro che l’evangelizzazione, così come tutto quello che comporta la comunicazione nella Chiesa e della Chiesa, non sia tanto una questione di avere una buona strategia di marketing, che cerca di rispondere a ciò di cui la gente, seguendo la mentalità dominante, pensa di avere bisogno, ma deve essere espressione della vita in Dio che corrisponde alle reali esigenze del cuore umano, anche se queste, purtroppo, nella nostra attuale Europa sono spesso addormentate. Credo quindi che la nostra missione inizi esattamente con la cura della propria comunione personale con Dio e con gli altri fratelli. Solo così saremo nel mondo un segno e uno strumento di comunione capace di puntare a Colui che ci unisce: Gesù Cristo. Sabato arriveranno a Vilnius gli addetti stampa e i portavoce delle Conferenze episcopali per un pomeriggio di lavoro con i segretari generali riguardo il problema della comunicazione di ciò che accade alla Chiesa. In un primo momento ha detto mons. da Cunha – ci occuperemo delle questioni complicate e di crisi, ossia, quando c’è bisogno di spiegare alla società certi problemi della Chiesa e di presentare le soluzioni pensate. In una seconda sessione cercheremo di vedere come proponiamo il Vangelo e le buone notizie attraverso i Media. Credo ha concluso il segretario generale del Ccee – che possiamo dire che lo scopo principale di questi incontri ci sia proposto da Dio, ed è quello di stare insieme per parlare, per condividere le gioie e i dolori, e per guardare alla vita e alla missione con gli occhi della fede e quindi con la speranza che solo Dio può dare. Credo, comunque, che a tutti i livelli e in tutte le attività della Chiesa si abbia lo stesso desiderio. Sarebbe brutto se pensassimo che il successo del nostro lavoro dovesse essere valutato come se la Chiesa fosse una qualsiasi azienda che cerca la sua quota di mercato! Ora, poiché siamo la Chiesa di Dio, sappiamo che lo Spirito Santo è il vero protagonista della costruzione della comunione e della missione e quindi anche della comunicazione, e solo guardando alla realtà di quanto Lui ci offre, ci insegna e ci chiama a fare possiamo valutare il nostro lavoro.Sir