Italia

Caucaso, la pace in quattordici mosse

Rondine eccellenza toscana relativa alla pace, un orgoglio per la stessa Regione. Parola di presidente. La cittadella in provincia di Arezzo, affacciata sull’Arno, sede di uno studentato multietnico di ragazzi provenienti da Paesi in confltto, ha il plauso di Enrico Rossi e la promessa che la Regione farà il possibile per entrare nella Fondazione di cui fanno già parte il Comune e la Provincia di Arezzo con la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

Rossi ne parla nel corso dell’incontro che in questa «terra di mezzo tra la realtà e l’utopia», come la definisce il fondatore Franco Vaccari, ha dato il via alla due giorni, il 18 e 19 marzo, che ha portato alla nascita del «Comitato RondinEUropa» e a far sì che un gruppo di europarlamentari facesse proprio il «Documento in 14 punti per la pace nel Caucaso», elaborato dagli studenti di Rondine, per portarlo a Bruxelles e a Strasburgo e trasformarlo in risoluzione del Parlamento europeo. Tra i primi firmatari gli europarlamentari Roberta Angelilli, Gianni Pittella, Vittorio Prodi, Carlo Casini, David Sassoli, Silvia Costa, Katarina Nevedalova e, tra gli altri, Riccardo Migliori (vicepresidente dell’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).

I «14 punti» rappresentano il cuore del progetto «Ventidipacesucaucaso», nato – come detto – su iniziativa degli studenti di Rondine dopo lo scoppio del conflitto russo-georgiano nel 2008. Il Documento era stato approvato all’unanimità dai 150 partecipanti alla prima Conferenza internazionale dei popoli del Caucaso, ben quindici, nel maggio 2009 a La Verna.

Il «Comitato RondinEUropa», sostenuto anche da Rosy Bindi, vice presidente della Camera, che per prima, a Firenze, insieme al sottosegretario Carlo Giovanardi, ricevette il «Documento in 14 punti», cerca ora nuove adesioni sia tra le istituzioni sia nella società civile italiana ed europea per giungere a Bruxelles e a Strasburgo con la massima forza possibile, dopo il sostegno ottenuto a conclusione della due giorni di Rondine.

In «questo laboratorio di intercultura che nasce in terra aretina – come lo ha definito l’arcivescovo diocesano Riccardo Fontana – c’è una voglia di dialogo che non passa dalle istituzioni. Qui lavorare e ragionare insieme della futura convivenza all’interno del mondo è già di per sé una costruzione della pace. Qui, nel cuore della Toscana, dove l’Arno si volge a Firenze, si può ragionare di un nuovo Rinascimento, che si fondi su un’antropologia antica: quella elaborata dai cristiani».

Al piccolo borgo di Rondine, per dimostrare «l’interesse e la fiducia con cui l’episcopato toscano guarda a questa realtà», è salito anche l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, in qualità di presidente della Conferenza episcopale toscana. «E per guardare bene avanti – ha esordito Betori intervenuto insieme a Rossi nell’incontro guidato dal giornalista e scrittore Sergio Valzania – dobbiamo avere ben chiaro quello che c’è dietro a noi: un’Europa senza storia sarebbe orfana e misera. Perché l’oggi viene da ieri e il domani è il frutto del passato. La nostra Europa esiste da un tempo lunghissimo, disegnata da una geografia mobile e modellata da una storia di tante e diverse mani. Sono le storie che hanno segnato le città e le regioni, gli Stati dell’Europa, tra cui anche la Toscana con il suo capitale immenso di cultura». Ed è proprio dalla Toscana, nel XV secolo, che nasce qualcosa di profondamente nuovo: l’umanesimo, che pone al centro il tema della dignità dell’uomo, senza dimenticare che la prospettiva umanistica scaturiva da secoli intensi di ricerca su Dio.

Oggi, a giudizio del presidente della Cet, «la formazione alla interculturalità e alla pace è probabilmente la questione più urgente» e «non può riguardare solo alcuni ambiti della vita, ma deve allargarsi e comprendere tutte le attività svolte dalle persone, per favorire la mutua comprensione e l’approfondimento della propria identità, lo spirito di amicizia e di pace. La formazione deve essere intergenerazionale; coinvolgere i giovani come gli adulti, perché ci sia un mutuo travaso di idee sui nuovi scenari del mondo. Lo sforzo come cristiani nella via dell’interculturalità, deve anche spingerci al servizio verso coloro, fra cui molti cristiani, che fanno fatica a pensare e a vivere l’interculturalità e a mettere a loro disposizione i mezzi stessi della pedagogia cristiana in questo ambito: l’ascolto della Scrittura, la preghiera, il dialogo reciproco, l’esempio dei grandi testimoni: da Romualdo di Camaldoli a Francesco di Assisi, da Giorgio La Pira a don Lorenzo Milani. Ci hanno insegnato a essere artigiani della pace, attuandola nel dialogo e nello scambio tra culture, nella vita di tutti i giorni con le qualità che caratterizzano le Beatitudini del Vangelo».

«Olivier Clément, un grande spirito europeo, capace di sentire profondamente con la cultura occidentale e la sensibilità orientale, ha scritto che c’è un compito fondamentale: “Convocare lo spirituale nel cuore della cultura europea: se non vogliamo ritornare all’uomo delle caverne, dobbiamo scoprire la caverna dell’uomo interiore”. Sembra essere questo – ha concluso Betori – il tracciato del percorso che parte da Rondine per raggiungere l’Europa».

La due giorni, realizzata in collaborazione con Banca Etruria, si è conclusa poi con la consegna delle «Rondini d’Oro» a due giovani dello studentato internazionale: Anna Gorokhovatskaya, russa (che sarà salutata in una cerimonia ufficiale ad Arezzo presso la «Fraternità dei laici» che ha sostenuto il suo percorso a Rondine con una borsa di studio) e Tanja Askapova, macedone (mentre un giovane abcaso, Kan Taniya, aveva aperto i lavori). Consegnata inoltre la targa di amicizia a Donato Palarchi, presidente del Circolo culturale «Verso l’Europa», da oltre 40 anni pioniere dell’Europa unita. «Due gesti che – ha spiegato Franco Vaccari – fanno capire a tutti come l’educazione sia l’arte del trasmettere un patrimonio di valori e di conquiste a chi, a proprio turno, dovrà impegnarsi in proprio per avanzare ancora verso nuovi traguardi di umanità e pacifica convivenza».