L’Onu è contro la pena di morte e non l’accetta nei suoi tribunali ha detto ieri il segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, parlando al Palazzo di Vetro e rispondendo alle diverse voci che si sono prontamente levate per chiedere che Saddam Hussein venga condannato alla pena capitale. Il New York Times di ieri, dopo aver incluso il presidente americano George W. Bush tra coloro che auspicherebbero la condanna a morte, in un editoriale afferma tra l’altro: Sebbene il regime di Saddam Hussein sia finito con la caduta di Baghdad il 9 aprile, molti frustranti enigmi rimangono. Includono l’interrogativo su quel che è accaduto in anni recenti ai programmi di armi irachene non convenzionali e sulle vicende all’interno di quell’oscuro regime nelle ultime settimane prima della guerra, quando il leader iracheno apparve riluttante a fare i passi che avrebbero fermato la mano del presidente. Sarebbe bene che ora alcune di quegli enigmi fossero risolti. Ed è decisivo che il dittatore sia ora sottoposto a un processo giusto e chiaro ( ) il processo deve essere al di sopra di qualsiasi sospetto che possa costituire esclusivamente un esercizio vendicativo o progandistico ( ) suggeriamo che venga condotto in Iraq, con il patrocinio dell’Onu, da giudici iracheni e internazionali. Un tribunale scelto dagli Americani sarebbe privo di legittimità.Misna