Opinioni & Commenti

Cattolici, un compattamento che promette bene

di Alberto MigonePer chi come noi era convinto che, in questo Referendum, fossero in gioco alcuni fondamentali diritti della persona umana e che per salvaguardarli la via intelligentemente e legittimamente percorribile fosse con la non partecipazione al voto, non può che rallegrarsi del risultato che nella sua ampiezza non permette interpretazioni riduttive ed è ancor più significativo perché determinato da una trasversalità di consensi. Lo diciamo con soddisfazione ma senza enfasi perché convinti di «non aver lavorato per l’interesse cattolico, ma per l’uomo, creatura di Dio». Per questo l’esito del Referendum non archivia il nostro impegno, che del resto non è mai mancato, ma spinge ancor più a sviluppare e diffondere un’effettiva e concreta cultura della vita che abbraccia e comprende tutte quelle situazioni – e sono ancora tante – in cui la dignità dell’uomo non è rispettata.Nel confronto referendario il mondo cattolico è stato certamente protagonista attento e motivato sia sull’informare che nel sensibilizzare capillarmente e con quella pacatezza che è spesso mancata nei sostenitori del sì. Soprattutto però sono emersi alcuni aspetti che è opportuno evidenziare.

Il primo è il desiderio, manifestato nei tanti incontri in parrocchia o in associazione, di continuare a ritrovarsi per discutere e confrontarsi, alla luce della Dottrina sociale cristiana, anche su altre tematiche che segnano e caratterizzano una società. Questa richiesta viene dai laici nella volontà di ripensare il loro ruolo nella Chiesa e nel mondo per una precisa assunzione di compiti che chiede tra l’altro – e anche questo è emerso – un approfondimento del rapporto tra responsabilità laicale e indicazioni del Magistero.

Ma l’impegno referendario ha messo in luce, pur nelle sensibilità diverse, una sostanziale e rinnovata unità dell’associazionismo cattolico e non solo, come molti temevano ed alcuni auspicavano, a livello di vertici. Lo stesso dissenso, limitato e non scomposto, ha riguardato più il metodo che il merito e non ha investito, ci sembra, valori fondamentali.

C’è stata dunque unità ma senza chiusure nella consapevolezza sperimentata che sui grandi temi etici è auspicabile e possibile trovare punti d’incontro e di collaborazione tra laici e cattolici.Certo, sono tutti aspetti che andranno verificati e che rischiano di essere frettolosamente archiviati. E sarebbe un male perché ci sembrano opportunità da cogliere.

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