Toscana
Cattolici protagonisti: Baggio, ricostruire sulle macerie della politica
“Anche la politica – ha affermato – è in crisi perché non risolve più i problemi” sostiene Baggio, che invita i cattolici a “non temere la politica: oggi c’è bisogno di una nuova classe dirigente che deve nascere dal basso, dal sociale dove ci sono molte competenze da valorizzare. I cattolici non possono più delegare la politica a un partito, come avveniva in passato: occorre costruire culture politiche nuove. Tutti i tentativi di formare un partito dall’alto non hanno funzionato: questa è l’epoca della costruzione dal basso, dalle fondamenta, della semina”.
“Nella cultura contemporanea – ha detto ancora Baggio – c’è un predominio dell’individualismo, in tutti gli ambiti. Abbiamo formato persone che basano la propria identità su consumi che adesso non sono più in grado di mantenere, e quindi vanno in crisi”. Di fronte a questo però non possiamo tornare al passato: “L’individualismo ha rotto il modello di comunità da cui veniamo: oggi c’è bisogno di comunità, ma non possiamo tornare al modello di prima. Bisogna creare nuove forme di comunità”.
“Gli amministratori locali – ha affermato ancora il filosofo – non hanno soldi per mantenere servizi e sicurezza sociale. Dobbiamo costruire nuove forme di comunità, una sussidiarietà di tipo nuovo. Amministrazioni locali, associazioni, cooperative che si mettono insieme per risolvere insieme i problemi attraverso la collaborazione di soggetti che non sempre, finora, si parlavano. Questo è fondamentale per creare una società solidale che può sostituire lo stato sociale. Una società basata su relazioni nuove, non sull’aiuto che arriva dall’alto ma sull’aiuto reciproco”.
Baggio ha accennato anche alla legge elettorale toscana: “è stata il modello della legge nazionale, e non sentiamo come italiani di dover ringraziare per questo la Toscana. Questa legge manifesta una cosa drammatica: l’assenza di una classe dirigente. Pochi privati decidono la composizione dell’organo legislativo: questo dimostra che la politica è diventata un ceto e ha paura delle scelte della società”.