Vita Chiesa

CATTOLICI IN POLITICA: NOTA VATICANA

La Congregazione per la dottrina della fede, sentito anche il parere del Pontificio consiglio per i laici ha pubblicato il 24 novembre scorso e diffuso oggi alla stampa la “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”. La Nota, che porta la firma del card. Joseph Ratzinger, prefetto della Cogregazione e dell’arcivescovo Tarcisio Bertone, già segretario della stessa, è indirizzata “ai vescovi della Chiesa Cattolica e, in special modo, ai politici cattolici e a tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche”. Il documento, suddiviso in quattro parti più una conclusione, “non ha la pretesa di riproporre l’intero insegnamento della Chiesa in materia peraltro riassunto nelle sue linee essenziali nel Catechismo della Chiesa Cattolica, ma intende soltanto richiamare alcuni principi propri della coscienza cristiana che ispirano l’impegno sociale e politico dei cattolici”.

Anzitutto viene ribadito che in situazioni indubbiamente diverse rispetto a quelle del passato i fedeli laici anche oggi “non possono affatto abdicare alla partecipazione alla politica” finalizzata alla promozione del bene comune. Per questo, la Congregazione richiama nel documento alcuni principi propri della coscienza cristiana perché “in questi ultimi tempi, spesso per l’incalzare degli eventi, sono emersi orientamenti ambigui e posizioni discutibili, che rendono opportuna la chiarificazione di aspetti e dimensioni importanti della tematica in questione”, cioè dell’impegno politico dei cattolici.

In un tempo di grandi cambiamenti culturali caratterizzati da relativismo e pluralismo etico si riscontrano “in dichiarazioni pubbliche, affermazioni in cui si sostiene che tale pluralismo etico è la condizione per la democrazia”. Questo uno dei “punti nodali nell’attuale dibattito culturale e politico”, evidenziato dalla “Nota”. A seguito di questa tendenza, – sottolinea la Congregazione – accade che “i cittadini rivendicano per le proprie scelte morali più completa autonomia mentre i legislatori ritengono di rispettare tale libertà di scelta formulando leggi che prescindono dall’etica naturale per rimettersi alla sola condiscendenza verso certi orientamenti culturali o morali transitori”.

Nella Nota si precisa che “questa concezione relativistica del pluralismo nulla ha a che vedere con la legittima libertà dei cittadini cattolici di scegliere, tra le opinioni politiche compatibili con la fede e la legge morale naturale quella che secondo il proprio criterio si adegua alle esigenze del bene comune”. La Congregazione, inoltre, ribadisce che “il cristiano è chiamato a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di principi etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono ‘negoziabili'”.

Sulla base di questi principi si ribadisce che per quanto riguarda la militanza politica concreta la legittima pluralità di opzioni temporali “si richiama direttamente alla dottrina morale e sociale cristiana”. E’ indispensabile però ricordare che questa pluralità non deve rinunciare al primato della “persona”, un valore per cui “l’impegno dei cattolici non può cedere a compromesso alcuno, perché altrimenti verrebbero meno la testimonianza della fede cristiana nel mondo e la unità e coerenza interiore dei fedeli stessi”. Senza la centralità della persona, si aggiunge, la struttura democratica “sarebbe alquanto fragile”.

“Un retta concezione della persona”: questa “la via” che può “rendere possibile la democrazia”. “È il rispetto della persona – precisa la nota, citando il documento conciliare Gaudium et Spes – a rendere possibile la partecipazione democratica”. Inoltre, a partire dalla persona “si estende la complessa rete di problematiche attuali che non hanno avuto confronti con le tematiche dei secoli passati”. In particolare – ricorda la Congregazione – si assiste a tentativi legislativi che “intendono frantumare l’intangibilità della vita umana”. Da qui “il diritto e dovere dei cattolici di intervenire per richiamare al senso più profondo della vita e alla responsabilità che tutti possiedono dinanzi ad essa”. Soprattutto “quanti sono impegnati direttamente nelle rappresentanze legislative hanno il ‘preciso obbligo di opporsi’ ad ogni legge che risulti un attentato alla vita”.

In fedeltà piena all’insegnamento di Giovanni Paolo II, il documento ricorda che un parlamentare “la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuire gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica”. In tale contesto la Nota sottolinea che “la fede costituisce come un’unità inscindibile”, quindi “non è logico l’isolamento di uno solo dei suoi contenuti a scapito della totalità della dottrina cattolica”. E si aggiunge “quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità.

Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale”. Per questo a quella dell’aborto si aggiungono oggi le questioni dell’eutanasia, dell’accanimento terapeutico, dei diritti dell’embrione umano, la tutela della famiglia, la libertà di educazione, la tutela sociale dei minori, la liberazione della vittime dalle moderne forme di schiavitù, il diritto alla libertà religiosa. Per quanto riguarda il tema della pace, si afferma nella Nota che “una visione irenica e ideologica tende a volte a secolarizzare il valore della pace mentre in altri casi si cede ad un sommario giudizio etico dimenticando la complessità delle ragioni in questione”. Richiamando il Catechismo della Chiesa Cattolica si ribadisce che “la pace è sempre frutto della giustizia ed effetto della carità”.

Il testo integrale della Nota su cattolici e vita politica