Lettere in redazione
Cattolici in politica e sistema elettorale
Questa presenza, in condizione minoritaria (più diluita nel centro-sinistra, più visibile e organizzata nel centro-destra) risalta assai difficoltosa, poco incisiva e poco influente, molto al di sotto di una forza capace di sostenere gli alti valori che sono alla base del bene comune, secondo i dettami di quella scienza basata sulla dottrina sociale cristiana.
C’è da chiedersi: è mai possibile che il mondo cattolico avverta l’esigenza di maggiore coesione solo in situazioni storiche dominate da dittature, persecuzioni e restrizioni di ogni libertà? Non sarà possibile dunque una più ampia unità, frutto di autodisciplina, di spirito di sacrificio, di effettiva disponibilità a sostenersi gli uni con gli altri?
Coloro che si dicono «liberi e forti» devono sentire l’impegno di vivere e far vivere nella libertà (in parallelo con la verità) con un esercizio severo, costruttivo ed avvincente della dialettica democratica. Ciò si rende necessario per la situazione italiana e per quella europea, al fine di rinsaldare le varie anime del Ppe. che ha ottenuto la maggiore rappresentanza nel parlamento eletto il 13 giugno scorso. D’altra parte i regimi di democrazia esigono consapevole partecipazione ed attenta vigilanza perché sono diuturnamente insidiati da tentativi di sovversione: vedi l’ondata di destabilizzazione terroristica, nonché l’esigenza, per l’Italia e l’Europa, di confrontarsi con una forte presenza islamica, con la quale non c’è facile convivenza. E ci sarà?