Associazioni e movimenti
Cattolici e politica: Notarstefano (Ac), “innalzare la qualità della dialettica democratica”
La costituente “La rete di Trieste. (Perfino) più di un partito” in svolgimento a Roma

“Rigenerare la vita democratica vuol dire oggi più che mai mettersi in ricerca di modalità partecipative e di esperienze di cittadinanza attiva, di luoghi dove ritrovarsi e potersi parlare con franchezza e rispetto, recuperando la dialettica e il confronto come elemento necessario perché ciascuna persona possa prendere parte alla discussione pubblica”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, in apertura della costituente “La rete di Trieste. (Perfino) più di un partito” in svolgimento al Th Hotel Carpegna di Roma.
Rivolgendosi ai presenti, Notarstefano ha riconosciuto che “abbiamo capito di più e meglio la vostra solitudine in questi anni, la fatica di portare avanti una politica alta e di contribuire a svelenire il costante clima di scontro inaugurato dalla logica bipolare”. “Abbiamo capito di più e meglio – ha proseguito – il bisogno di ricostruire il patto tra cittadini ed istituzioni che è al centro delle tante esperienze civiche di cui siete portatori e interpreti, e la necessità di ritrovare una concretezza ed un’azione politica che si misura con una domanda politica sempre più frammentata e difficile da percepire”. “Sentiamo pertanto ancora il dovere – lo dico come associazione ecclesiale – di nutrire con specifiche esperienze formative e spirituali il vostro servizio; perché vi sentiate sostenuti nella ricerca tenace di spazi di discernimento e di confronto, per trovare vie concrete e credibili che affrontino oggi insieme le tante sfide che oggi interpellano le comunità e i territori”, ha evidenziato il presidente dell’Ac, secondo cui “i cristiani impegnati in politica” devono “concorrere in maniera significativa a innalzare la qualità della dialettica democratica, un cambiamento di cui si avverte così tanto il bisogno”. “Essi – ha spiegato – lo potranno fare se sapranno tradurre il pluralismo che c’è non già in una spinta a misurare le distanze, ma in un’occasione per riscoprire il valore alto del confronto politico come strumento attraverso cui individuare il perimetro di un’agenda di questioni e sfide comuni che richiedono una rinnovata capacità non solo di cercare insieme risposte efficaci ma di maturare insieme nuove visioni di futuro”.