Italia

Cattolici e politica, diversi non dispersi

DI LORELLA PELLISRisvegliare nei cristiani un rinnovato e coerente interesse alle vicende sociali e politiche». È questo il punto di partenza del Collegamento sociale cristiano che il 30 maggio a Firenze ha organizzato il suo primo incontro nazionale. Il «Collegamento», nato in Toscana nel settembre del 2001 per iniziativa del vescovo di Prato, Gastone Simoni (che all’interno della Conferenza episcopale toscana ha la delega per la Pastorale sociale e il lavoro), si propone di «riportare i laici, cominciando dai giovani, a interessarsi costantemente del bene comune, di facilitare la loro formazione e preparazione culturale e spirituale in proposito, e di favorire il loro collegamento e, con esso, l’incisività della loro presenza. Tutto ciò a partire da un sentimento radicato, quello della comune appartenenza cristiana, che è più profonda, più importante e più decisiva delle nostre diverse e pur legittime appartenenze politiche».

I lavori si sono svolti nell’auditorium dei padri scolopi affollato da oltre 200 persone. Alla presenza del vescovo di Prato, il direttore di Toscanaoggi, Alberto Migone, introducendo, ha dato conto del perché, o meglio, dello spirito di questo primo incontro nazionale del Collegamento sociale cristiano «che nasce da una passione per il bene comune che nel sentire diffuso si è molto attenuata ma anche da una preoccupazione per l’attuale situazione politica italiana nel suo complesso caratterizzata da un impoverimento degli ideali, dei progetti e dei programmi».

È toccato a Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, tenere la relazione introduttiva su «Diaspora sotto esame: per una presenza coerente ed efficace dei cattolici nella società». «La Chiesa – ha affermato De Rita – deve tornare a prendere posizione sui fatti e i problemi concreti», se vuole superare «la diaspora politica e culturale che i cattolici stanno attraversando da un decennio a questa parte». Secondo De Rita «rispetto al passato, nella situazione italiana di oggi la Chiesa non riesce più a fondere insieme messaggio evangelico, messaggio sociale e rispetto delle proprie istituzioni, sembrando rassegnata alla diaspora». E questo si riflette anche sulla situazione politica, dove ormai «i cattolici hanno sancito la fine della loro unità disgregandosi in quasi tutti i partiti». L’errore – ha sostenuto il segretario del Censis – sta nell’«aver pensato in 40 anni di Democrazia Cristiana che senza potere non c’era nulla da fare». Una tendenza che il Collegamento sociale cristiano si propone di invertire invitando i cristiani a unirsi «non già in un partito o in un’alleanza di partiti, bensì, in un grande e rinnovato movimento, che metta radici e cresca, da ogni parte, nella base della società e della comunità credente».

Per il suo intervento De Rita ha preso spunto da una metafora: «Quando qualcuno faceva una domanda ai monaci zen – ha detto – loro rispondevano prima facendo il pugno e poi aprendo la mano. Il significato è chiaro: il mondo e la storia sono fatti di periodi in cui, quando la mano è aperta, le dita vanno per proprio conto, la tensione è verso l’esterno, verso l’esplorazione del nuovo. Ogni tanto, poi, si ritorna ad un pugno chiuso, ci si raccoglie in un’identità precisa, si guarda al proprio interno, ci si compatta». Secondo De Rita, dunque, non meraviglia che i cattolici siano collocati politicamente in quasi tutti i gruppi politici. «Il problema non è dire diaspora sì, diaspora no. Oggi la diaspora c’è. Il problema è di come la si vive: se in modo nostalgico o attivo».

Monsignor Simoni, in chiusura, riprendendo l’immagine di De Rita, ha riconosciuto il «potenziale valore del policentrismo che caratterizza questa fase del mondo cattolico ma proprio per questo si rende più attuale e utile il collegarsi perché questa diffusa presenza sia davvero assicuratrice di valori cristiani». L’assemblea ha infine approvato una mozione nella quale, per agevolare «una presenza coerente ed efficace dei cattolici nella società italiana», dichiara «utile dar vita a uno spazio sperimentale di informazione e comunicazione che, utilizzando le potenzialità della rete web, favorisca una partecipazione costante, reciproca e tempestiva alle attività del Collegamento». Un sito web, insomma, che sia «strumento democratico e pluralista per favorire il libero confronto di idee fra cattolici che, sulla base della loro adesione al Vangelo, accolgano pienamente la dottrina sociale della Chiesa e sentano l’esigenza di tradurla in tesi più concrete possibili».

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