Opinioni & Commenti
Cattolici e politica. Da Bologna segnali positivi
Quello che sembra certo – e il clima che si è respirato a Bologna ne costituisce una conferma – è che i credenti laici non intendono più restare nelle retrovie, assorbiti da problematiche tutte interne ai loro rispettivi gruppi e movimenti, ma sentono il bisogno di essere protagonisti di questa stagione politica, per concorrere alla costruzione sempre in corso della nostra democrazia. Da qui l’esigenza forte di proseguire sulla strada, da poco intrapresa, di un dialogo a tutto campo che superi antiche fratture e riporti il laicato cattolico in primo piano nel dibattito culturale e civile del nostro Paese.
Ciò non implica una deresponsabilizzazione dell’istituzione ecclesiastica come tale. Anzi, bisogna dire chiaramente che la riuscita di questo processo di crescita del laicato suppone uno sforzo di formazione permanente che deve avere nelle sedi appropriate, innanzitutto nelle parrocchie, una nuova spinta. Al di là dei fermenti che attraversano il mondo delle associazioni e dei movimenti, è tutto il laicato che deve risvegliarsi a una prospettiva di impegno consapevole, sia sul piano intellettuale che su quello operativo. Solo a questa condizione la conclusione dell’esperienza della Dc non sarà – come purtroppo finora ha rischiato di essere – la fine dell’incidenza dei cattolici sulle sorti pubbliche del nostro Paese.