Opinioni & Commenti
Cattolici e bipolarismo: non compromissioni ma capacità di mediazione
È vano pensare che si possa ritornare, auspice una riforma elettorale in forma accentuatamente proporzionale, al passato, perché ne sono venute meno le condizioni, prima fra tutte quella della presenza di due grandi partiti (quali furono, appunto, un tempo, Dc e Pci) in grado di guidare un blocco di centro, o di sinistra, con autorevolezza e senza indulgere a compromessi (o addirittura cedere a ricatti).
Sembra dunque più agevolmente percorribile la via di un sano «relativismo», non sul piano dell’etica (perché qui occorrerà saper rendere una coraggiosa testimonianza) ma sul piano delle soluzioni concrete che potranno essere date alle questioni che di volta in volta verranno poste sul tappeto. Non compromissioni ma capacità di mediazione, coniugata con un vigile senso critico, è ciò che si richiede oggi, ed ancor più si domanderà domani, ai cattolici politicamente impegnati.
La politica è in larga misura lo specchio di una società che ormai solo in parte si riconosce nei valori del Vangelo: prenderne atto non dovrebbe portare al disimpegno ma ad una più lucida e responsabile presenza.
Gli interventi precedenti
Verona, riflessione obbligata sulla presenza dei cattolici (di Andrea Tomasi)
Sotto i portici di Verona… Idee verso il Convegno ecclesiale nazionale (di Franco Vaccari)