Avevamo già pensato l’anno scorso di scegliere per la catechesi biblica degli adulti la lettera ai Colossesi, ma poi apparve la lettera pastorale del nostro Cardinale Arcivescovo, «Incontrare Gesù» e abbiamo deciso, di utilizzare il suo testo. Era, infatti, una lettera pastorale ma al tempo stesso una sorta di «Lectio divina» che ci offriva un percorso squisitamente biblico. Esso aveva come obbiettivo quello di «ricomporre la nostra umanità», (Card. Betori) attraverso «la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto» (Discorso di Papa Francesco a Firenze).Nell’anno pastorale che sta per iniziare, la diocesi torna a proporre come strumento per la catechesi biblica degli adulti, la lettera ai Colossesi. In un certo senso direi che c’è una continuità fra i due percorsi. Anche attraverso la lettera ai Colossesi siamo chiamati a ricomporre la nostra umanità contemplando il volto di Cristo, il suo primato e la sua divina Signoria. La lettera ai Colossesi è un testo abbastanza breve, quattro capitoli appena, ma di una densità teologica enorme e direi anche di un’attualità estrema. Perché in queste, relativamente poche pagine, troviamo l’annuncio forte e deciso di Cristo, consistenza di tutte le cose, e al tempo stesso troviamo anche la tentazioni e le difficoltà che incontrano le Chiese di tutti i tempi.Cristo ha il primato assoluto su tutto perché in Lui abita la «Pienezza». Sembra questo sostantivo, quasi un nuovo nome di Dio. Qui L’autore non aggiunge alcun aggettivo. La Pienezza si è compiaciuta di abitare in Cristo. È interessante questo nuovo Nome di Dio. Dio è pienezza e l’uomo è mancanza.Ricordiamo Mario Luzi: «Di che è mancanza questa mancanza che tutto, cuore, ne sei pieno?» Dio è pienezza, pleroma, e questa pienezza abita totalmente in Cristo.Questa catechesi biblica può essere davvero provvidenziale, proprio per gli adulti di oggi che vivono spesso come una delusione e una frustrazione di fronte all’«insufficienza della realtà», come direbbe Moravia. Credo che dobbiamo tornare a guardare al mondo di oggi, nonostante i gravi problemi che l’attraversano, con rinnovata simpatia e speranza. Ci sono numerosi segni di attesa e di desiderio di un Significato trascendente, di una Risposta esauriente, di una salvezza definitiva. Per questo la nostra catechesi biblica degli adulti deve riprendere nuovo vigore. Proprio la situazione che caratterizza in particolare la nostra società occidentale, proprio la cultura del nulla dell’attimo fuggente, dell’effimero, proprio questa società «liquida», paradossalmente, costituisce una preziosa opportunità per riscoprire il bisogno di Trascendenza e di Speranza. Il fatto stesso che la nostra diocesi da 26 anni stia portando avanti questa iniziativa, nata col Sinodo diocesano, è segno che, nonostante le difficoltà, c’è ancora chi dà credito alla Parola di Dio e intende nutrirsene con decisione e convinzione.Come sempre, per aiutare questo cammino, l’ufficio catechistico diocesano propone un sussidio in cui, dopo la presentazione del Cardinale, troviamo il testo della lettera ai Colossesi con il commento di don Filippo Belli, docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale. Abbiamo aggiunto anche una «conversazione» di don Carlo Nardi, docente di Patrologia presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale, sull’Inno cristologico di Colossesi.Il contributo del biblista, che costituisce la parte principale del sussidio, offre alcune indicazioni di carattere esegetico, un commento del testo biblico e un’attualizzazione dei temi in esso affrontati. Su richiesta esplicita, poi, del nostro Cardinale, abbiamo inserito alcuni brani dell’esortazione apostolica «Evangelii gaudium» che avevano qualche collegamento con i temi emergenti nel testo biblico. Ognuna delle otto schede che compongono il sussidio si chiude, infine, con la rubrica «Per riflettere insieme» che ha lo scopo di aiutare la riflessione e il dialogo sui temi affrontati all’interno dei vari gruppi.*Direttore dell’Ufficiocatechistico diocesano