Vita Chiesa

CASTELFIORENTINO, DAGLI SBERLEFFI ALLA PROCESSIONE NASCE IL DIALOGO

Un episodio spiacevole che potrebbe diventare, grazie all’intervento del parroco, un’occasione positiva. Il fatto è avvenuto a Castelfiorentino dove, durante la processione del Corpus Domini, un gruppo di ragazzi da un bar ha lanciato insulti verso i partecipanti, con sberleffi offensivi e dissacranti.Per la seconda volta, dopo l’esperienza positiva dell’anno scorso, le due parrocchie del paese (una in diocesi di Firenze, una in diocesi di Volterra) avevano deciso di organizzare insieme la celebrazione con la Messa in una chiesa e poi la processione verso l’altra: quest’anno la meta di arrivo era il santuario di Santa Verdiana. Lungo il tragitto l’episodio in questione: «Stavo portando il Santissimo – commenta il parroco don Marco Viola – e non potevo, in quel momento, scendere sul piano della polemica. Ma non ho voluto neanche lasciar correre l’accaduto, ho pensato che poteva essere l’occasione per parlare con persone apparentemente lontane dalla fede».Don Marco ha buttato giù una lettera aperta, che i giovani della parrocchia hanno poi provveduto a distribuire fuori dalla chiesa e in giro per il paese, nei bar e nei negozi. «L’altra sera – scrive don Marco rivolgendosi direttamente a ciascuno dei ragazzi – hai inconsapevolmente aggiunto forza alla mia preghiera, quando ti ho sentito irridere il Signore Gesù con spregiudicatezza». «Ho pensato che sicuramente sei un battezzato – prosegue la lettera – e mi sono domandato: cosa ti è successo? Posso immaginarlo: nel campo della tua vita “qualcuno” ha seminato zizzania. Crescendo hai sentito la Chiesa lontana dai tuoi desideri e l’hai abbandonata; pian piano anche Gesù ai tuoi occhi si è sfuocato». Senza voler fare prediche o moralismi, don Marco chiede ai ragazzi «Avverti mai che in te c’è un vuoto? Quello che fai ti rende veramente felice? L’altra sera hai fatto il gradasso perché volevi dimostrare il tuo disprezzo, ma hai offeso più la tua dignità che la nostra. Non ti dico queste cose con rabbia, ma con sofferenza, perché i giovani come te sono il mio e il nostro futuro. Ma quale futuro ci hai mostrato?».Una lettera sincera e accorata, che ha già dato dei frutti: alcuni dei ragazzi si sono fatti vivi per scusarsi, e nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra il parroco e il gruppo del bar.