“Già l’eliminazione dell’art. 1 della legge sulla fecondazione assistita sarebbe di straordinaria gravità, perché farebbe venire meno quei diritti del concepito’ che costituiscono il caposaldo della legge. Le altre ipotesi di modifica sono altrettanto gravi”: lo ha detto l’on. Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita Italiano, commentando le ipotesi di cambiamento della legge 40/2004 avanzate nei giorni scorsi (ultime in ordine di tempo quelle del ministro Prestigiacomo e le riflessioni di Giuliano Amato). “Anche parlare di ripristino della diagnosi pre-impianto dice significa nei fatti dare corso a una violenza. Infatti è noto che per sapere se un embrione è sano o malato si agisce quando lo stesso ha già almeno 6 8 cellule. A quel punto se ne prendono due, rischiando di provocare la morte dell’embrione oppure di indebolirlo anche gravemente nella prima fase di sviluppo. Trattandosi di procedure manipolatorie, esprimono un elevato tasso di incertezza e pericolosità”. Lo stesso discorso Casini lo fa per l’impianto degli embrioni: “Anche in questo caso si tratta di una prospettiva di revisione della legge non accettabile. Il limite non è fatto perché debbano esserne prodotti tre. Non debbono’ ma possono’. Così se se ne producono tre o più, posso impiantarli tutti, provocando gravidanze plurigemellari, oppure non li impianto tutti e i rimanenti li congelo. In questo modo si continuerà ad aumentare quella scorta di 30 mila embrioni che già residuano dal passato e di cui non si sa cosa fare”. Concludendo, il presidente del Movimento per la Vita ha detto che “pur sapendo bene che il referendum è pericoloso, è meglio a questo punto accettare una eventuale sconfitta, lasciando la legge così come è, piuttosto che acconsentire il male che verrebbe introdotto con le modifiche prospettate”.Sir