Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Casa Thevenin» fra accoglienza e sfida educativa.

Adeguarsi ai cambiamenti per garantire alle persone una forma di accoglienza adatta ai proprio bisogni». Questo l’obiettivo da raggiungere per la realizzazione della «Casa Thevenin di domani», espresso nelle parole di Marco Bonci, presidente della fondazione nata nel 2005. L’istituto educativo-assistenziale, sorto nel XIX secolo come orfanotrofio, cresce e continua a scommettere sulla formazione stando al passo con i tempi e le trasformazioni sociali.Prossimo traguardo: raddoppiare il numero dei servizi, passando da due a quattro. Infatti attualmente l’istituto Thevenin è impegnato su due fronti. Da una parte offre accoglienza a mamme con bambini che provengono da realtà di forte disagio, le cui situazioni sono segnalate dagli assistenti sociali. Le giovani mamme compongono all’interno del Thevenin la comunità «Miriam» in cui sono inseriti anche bambini non riconosciuti dai genitori o abbandonati. La seconda dimensione di cui Casa Thevenin si occupa è la comunità «Edelweiss» formata da adolescenti. Collegato a questa realtà anche il servizio di «semi-convitto» che coinvolge altri giovani, offrendo loro uno spazio per studiare, divertirsi e stare insieme tutti i giorni dalle 13 alle 19.«L’intento dell’istituto Thevenin – spiega Bonci – è quello di rendere gli “ospiti” in grado di riconquistare l’autonomia, offrendo loro la possibilità di organizzarsi». Per il futuro, sono due i progetti in cantiere. Il primo prevede la realizzazione di nuovi appartamenti all’interno del Thevenin, ma che saranno dotati di accesso separato. La costruzione dei nuovi locali, che avrà un costo di 70mila euro, è stata pensata per i bambini «abbandonati» che vi potranno abitare assieme alla famiglia adottiva tramite l’ausilio di educatori e volontari.Ristrutturare la palazzina di via Sassoverde adiacente alla struttura di Casa Thevenin è invece la seconda proposta della fondazione, che vuole costruire uno spazio dove possono essere accolti i giovani che escono dalle comunità per minori. «Un servizio per i ragazzi che compiono 18 anni e che hanno difficoltà», afferma Bonci. «Shalom» è il nome del percorso che vuole prendersi cura dei neo-maggiorenni. Per raggiungere questo traguardo il Thevenin accenderà un mutuo da 120mila presso la Banca Etica. Tra gli enti che contribuiranno alla ristrutturazione – dal costo di 200mila euro – ci sono la Provincia e il Comune di Arezzo che si uniranno alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. È atteso anche il contributo delle famiglie aretine che potranno partecipare con elargizioni volontarie. Per sostenere il progetto è possibile destinare il 5 per mille alla Fondazione Thevenin (codice 80000150518) o effettuare una donazione sul conto corrente di Banca Etruria IT67W0539014100000001101698). na realtà all’interno della quale regna l’attenzione nei confronti della persona ospitata. Sin dai primi anni della sua fondazione, questo è il principio che ha guidato l’istituto Thevenin nella sua storia fino ai giorni nostri. «Fu alla fine del XIX secolo, che suor Thevenin, suorservente delle Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli ad Arezzo, individuò l’esigenza di costruire una struttura volta all’educazione e all’assistenza», spiega suor Rosalba Sacchi, direttrice di Casa Thevenin. La struttura inizialmente svolgeva la funzione di orfanotrofio ed era ospitata nella sede dell’istituto Aliotti in piaggia del Murello. Fu spostata nell’attuale sede di via Sassoverde nel 1928 per volere del cavaliere Rodolfo Subiano. Da sempre l’istituto ha rappresentato un riferimento per le giovani donne e per i bambini che venivano allontanati da casa. «Peculiarità della struttura è la libertà con cui gli ospiti possono utilizzare l’istituto, grazie anche all’apertura delle suore, dei volontari e degli educatori che vi lavorano», afferma la religiosa.Un altro aspetto che caratterizza il Thevenin è la condivisione di tutti i momenti da parte delle donne e dei bambini presenti nell’istituto. «Non abbiamo mai sentito il bisogno di isolarci – sottolinea suor Rosalba – nemmeno nel momento della preghiera, che abbiamo sempre voluto condividere con la vivacità dei più piccoli». Ecco allora l’importanza all’interno della struttura di luoghi comuni, come il refettorio. «Non abbandonare Dio per Dio – spiega la direttrice – ovvero non lasciare mai solo il povero per Dio, questo deve essere il senso del nostro servizio».La direttrice svolge lo sguardo al passato. «Molti anni fa arrivavano di fronte al portone di via Sassoverde principalmente ragazze incinta, che decidevano di portare avanti la gravidanza o giovani donne che lottavano per uscire dal mondo della prostituzione – racconta suor Rosalba Sacchi –. Oggi, a causa della crisi economica, è in crescita il numero di persone che chiede aiuto per vestiti, cibo e altri generi di prima necessità». «I ragazzi che vivono in Casa Thevenin – conclude la direttrice – non sono bambini o adolescenti di “serie B”. In questo senso ci impegnamo a garantire un percorso di integrazione sociale che sia veramente autentico».Un servizio rivolto ai bambini, incentrato sul gioco inteso come attività libera, regolata, autogratificante e di arricchimento continuo. Poche righe per descrivere «Uno spazio per crescere», un insieme di laboratori rivolti ai più piccoli, voluto dalla fondazione Casa Thevenin e realizzato con il contributo della Fraternita dei Laici. Le attività ricreative ed educative che si sono svolte da febbraio ad oggi e sono state suddivise in laboratori di teatro, arte e musica per bambini dai 5 agli 11 anni.Lunedì 24 maggio alle 19, nel teatro di via della Bicchieraia ad Arezzo, si terrà l’atto conclusivo dei laboratori. Protagonisti saranno i bambini che metteranno in scena un saggio ispirato alla favola dei «Caldomorbidi». Lo spettacolo, curato dai professionisti dell’associazione «Autobahn Teatro», fa calare il sipario sul laboratorio dal titolo «Mi fai una carezza? Percorsi di educazione affettivo-emotiva» che è stato rivolto non soltanto ai genitori dei piccoli attori, ma a tutta la città.Sperimentare ed approfondire giochi ed esercizi sulle emozioni, l’affettività e le relazioni con gli altri: questo lo scopo degli incontri che si sono svolti in questi mesi con cadenza settimanale. All’interno di questo percorso si è inserito anche «La biblioteca fuori di sé. Letture per bambini e bambine», un’iniziativa dedicata alle letture animate, nata per portare la biblioteca al di fuori delle sale di lettura e volta a far comprendere ai bambini il valore della lettura. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.casathevenin.org oppure telefonare ai numeri 0575.32.46.91 o 0575.21.935.di Riccardo Ciccarelli